Le cittá sono la ricchezza delle nazioni

Un nuovo modo di vedere l’economia

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Ecologia ed economia

Posted by janejacobs su febbraio 10, 2009

Gli scienziati sono abituati al fatto che le scoperte sono spesso il prodotto secondario di intenzioni diverse. Lo stesso avviene nel cambiamento economico. I primi pozzi di petrolio furono scavati per ottenere olio per far funzionare le lampade qualche decennio prima che l’arrivo dell’elettricita’ nelle case rendesse le lampade ad olio obsolete; ma l’ingegno umano ha trovato altri usi per il petrolio anche quando le lampade ad olio non servivano piu’. La colla con cui la sabbia si incolla alla carta ha avuto molti usi in vari campi oltre a quello della carta vetrata. I primi vagoni ferroviari furono concepiti solo per spostare merci verso i canali; le prime radio erano pensate solo come supplementi per comunicazioni via cavo da usarsi dove le comunicazioni via telegrafo o via telefono non funzionavano, ad esempio sulle navi. Edison, l’inventore del fonografo, pensava che l’uso principale della sua invenzione sarebbe stato per la dettatura di lettere commerciali.
C’e’ un ordine nel cambiamento aperto con cui la vita economica si sviluppa e si espande, ma non e’ l’ordine di “sfida” e di “risposta” che generalmente si trova nel pensiero militare o nell’idea di Toynbee che le civilizzazioni muoiono perche’ non riescono a rispondere alle sfide. Piuttosto, il tipo di ordine che si mette in moto qui e’ piu’ simile all’evoluzione biologica il cui fine, se mai ce ne fosse uno, non siamo in grado di comprendere a meno che non ci riteniamo soddisfatti di pensare che il fine siamo noi stessi.
Molti dei processi di base al lavoro nelle ecologie naturali e nelle nostre economia sono sorprendentemente simili, e possiamo imparare molto sul successo di un’economia osservando che piu’ nicchie ci sono in un’ecologia naturale, piu’ efficiente e’ l’uso dell’energia che ha a disposizione. Lo stesso avviene nelle nostre economie: piu’ esse sono piene di nicchie, piu’ ricche sono in mezzi per supportare la loro vita. Questo e’ un altro modo di dire che le economie che producono diversamene ed ampiamente   per le proprie genti ed i propri produttori e anche per altri, sono piu’ salutari delle economie specializzate di quelle regioni che producono un solo bene. Nell’ecologia naturale, piu’ c’e’ diversita’, piu’ c’e’ flessibilita’, grazie a quello che gli ecologisti chiamano “circuiti di ritorno omeostatici” cioe’ cio’ che include meccanismi di risposta e di auto-correzione. Lo stesso avviene con le nostre economie. La mancanza di circuiti di ritorno omeostatici e’ esattamente cio’ che rende le nazioni instabili e e alla lunga rende le loro citta’ povere ed incapaci di auto-correggersi.
Gli altri animali non aggiungono nuovi tipi di ativita’ ai vecchi tipi di attivita’ in maniera aperta. Ma noi non siamo come gli altri animali. E’ naturale per gli esseri umani creare nuovi tipi di lavoro e nuove tecnologie basate su tecnologie piu’ vecchie perche’ la capacita’ di fare questo e’ congenita in noi, e’ nella nostra natura come la capacita’ di comprendere il linguaggio. Senza questa capacita’ di aggiungere nuovo lavoro al lavoro precedente e nuove tecniche alle tecniche precedenti – come tutti gli esseri umani fanno nella loro infanzia e come noi facciamo collettivamente nella societa’ umana – potremmo essere qualcos’altro, ma non saremmo esseri umani.
Le citta’ sono economie di tipo aperto in cui le nostre capacita’ possono partecipare alla creazione economica. Sfortunatamente, dato il mortale abbraccio delle nazioni, noi esseri umani siamo condannati ad avere piccoli sprazzi di sviluppo economico solo e relativamente a brevi episodi, ora qui, ora la, in seguito ad una stagnazione o ad un deterioramento dell’economia. Questo deve continuare fino a quando non ci libereremo di questo abbraccio mortale. In queso senso, noi esseri umani, siamo ancora in una fase di sviluppo primitiva per quanto riguarda l’uso delle capacita’ per uno sviluppo ed una crezione economica davvero aperti.
Cio’ nonostante, anche se non affrontassimo il problema del deterioramento economico, ogni uso benefico che possiamo fare dei cambiamenti puo’ tenerci a galla piu’ a lungo e mantenere le economie cittadine creative un po’ piu’ a lungo a tutto vantaggio anche delle nazioni. Anche quando il gioco mortale di soffocamento della citta’ da parte delle nazioni procede, ci sono opportunita’ per rallentare il procedere dela rovina; tante piccole cose si possono realizzare per arginare la rovina.

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