Le cittá sono la ricchezza delle nazioni

Un nuovo modo di vedere l’economia

Archive for dicembre 2008

Vita artificiale

Posted by janejacobs su dicembre 31, 2008

Craig Venter (nella foto sopra ritratto al timone della sua imbarcazione) ha la fama di genio e di “scienziato pazzo”. Venter e’ un “mago” della biologia molecolare e potrebbe creare presto la prima forma di vita artificiale.

 

Qualche mese fa il suo gruppo di ricerca e’ riuscito a sintetizzare in laboratorio l’intero genoma di un microbo, cioe’ ha ricreato tutto il DNA di cui ha bisogno per vivere e riprodursi. Il prossimo passo sara’ l’inserimento di questo genoma artificiale in una cellula vuota e creare il primo organismo interamente sintetico.

 

Quando questo avverra’, molti suoneranno allarmi contro gli scienziati che giocano a “fare” la parte di Dio, altri si preoccuperanno per la creazione di nuove forme di vita e di nuove specie. In realta’, i ricercatori di Venter avranno solo riassemblato un microbo esistente dai suoi ingredienti chimici.

 

Ci vorranno molti anni per la creazione di organismi totalmente nuovi. Per il momento Venter e’ convinto di contribuire a risolvere, con la sua tecnologia molecolare, i problemi ambientali di cui e’ attualmente afflitto il pianeta, attraverso la generazione di cellule di idrogeno e la conversione di anidride carbonica in prodotti petrochimici.

 

Per maggiori informazioni: synthetic genomics

 

Posted in tecnologia | Contrassegnato da tag: , , , | Leave a Comment »

Fare sistema

Posted by janejacobs su dicembre 30, 2008

Che cosa vuol dire fare sistema? Vuol dire che una nazione si impegna in transazioni del declino, che si  impegna a fare la carita’, come suggerisce l’immagine simbolica riportata qui sopra. Vediamo brevemente qualche esempio nella storia e analizziamo poi il processo di fare sistema.

 

Quando le nazioni sperimentano un rapido sviluppo economico, le fasi di recessione non arrestano il processo di creazione della della ricchezza nel medio e nel lungo periodo. E’ stato cosi’ in Gran Bretagna, ad esempio, durante la sua rapida espansione industriale nel XVII secolo. E’ stato cosi’ anche negli Stati Uniti fino agli anni della Grande Depressione degli anni ’30 del secolo scorso. E’ stato cosi’ anche in Giappone per i trent’anni che fecero seguito alla Seconda Guerra Mondiale. Ed e’ cosi’ oggi per molte piccole nazioni che si affacciano sull’Oceano Pacifico e per la Cina  e per l’India.

 

Se ammettiamo che i cicli economici sono causati dal proesso cittadino di rimpiazzo delle importazioni, allora l’apparire di inarrestabili depressioni a livello nazionale significherebbe che le citta’ di una nazione, prese nel loro insieme diventano deboli e incapaci di rimpiazzare le importazioni simultaneamente; il gruppo perde la sua vitalita’. In questo caso dobbiamo anche aspettarci una stagflazione, quel fenomeno economico caratteristico delle economie povere e arretrate, dal momento che una nazione in cui le economie cittadine si arrestano diviene povera e arretrata.

Profonde ed inarrestabili depressioni internazionali sono  sintomi che le citta’ in molte nazioni perdono vitalita’. Questo e’ un messaggio che riceviamo crescenti riserve di beni agricoli e materie prime che aspettano di essere trasformati e consumati di mercati cittadini; da imprese cittadine insufficienti ad accogliere le domande per nuovi lavoratori provenienti dalle zone arretrate; da lavori cittadini insufficienti per gente che ha abbandonato la terra o che e’ stata cacciata da essa.

 

Le depressioni quindi si aggiungono alle instabilita’ economiche e agli stress accumulati nelle nazioni con il passare del tempo. Se non si fa nulla contro l’accumulazione di instabilita’, e lascia continuamente che il discontento e la rabbia si accumulino, una nazione puo’ soccombere ai questi stress e diverrebbe incapace di gestire una politica unitaria.

Le transazioni del declino sono tipici rimedi a cui una nazione fa ricorso in questi casi. Come tutte le biforcazioni, queste transazioni sono conseguenze di instabilita’ che si sono accumulate in precedenza. Una volta che capiamo questo, possiamo comprendere che le relazioni fra nazioni e le loro citta’ avvengono in due diversi momenti. Nel primo momento, le instabilita’, i fallimenti, le ineguaglianze e le disparita’ gradualmente si accumulano a causa di meccanismi di controllo fornito alle citta’ da parte delle nazioni. In un secondo momento, le transazioni del declino eliminano temporaneamente le instabilita’ accumulatesi. Nel primo momento le nazioni sono ambienti causali per le citta’. Nel secondo momento diventano un ambiente letale.

 

Consideriamo la piaga che questo processo crea per le nazioni e per le citta’. Per svilupparsi e per continuare a crescere, le nazioni hanno bisogno di un numero sufficiente di citta’ in grado di rimpiazzare le importazioni. Non sono sufficienti regioni che producono materie prime, regioni spopolate, regioni che abbondano di manodopera, regioni in cui i trapiantano industrie da citta’ lontane, ne’ artificiali citta’ regione come la TVA, ne’ citta’ con un’economia in stagnazione. Affinche’ le nazioni diventino un sistema, esse devono drenare risorse dalle citta’ in favore di transazioni del declino e devono ridurre il commercio rischioso fra citta’ in favore di insediamenti che forniscano alle citta’ cio’ che esse non riescono a rimpiazzare. In risposta a queste transazioni, le citta’ decadono. La decadenza riduce la ricchezza e la capacita’ di svilupparsi individualmente e come rete di citta’ e come nazione nel suo completo. Alla fine, si le citta’ che la nazione cadono in rovina.

 

Continua…

 

 

Posted in m. Il dilemma | Contrassegnato da tag: , , , | 2 Comments »

Stati Divisi d’America

Posted by janejacobs su dicembre 29, 2008

Secondo il Professor Igor Panarin c’e’ una probabilita’ del 50% che gli Stati Uniti d’America entro due anni si disgregheranno e diverranno gli Stati Divisi d’America. Panarin prevede che le tendenze economiche, finanziarie e demografiche in atto negli USA provocheranno una crisi politica e sociale senza precedenti. Quando la recessione si inasprira’, gli Stati USA piu’ ricchi vorranno versare meno fondi al governo Federale e cio’ portera’ alla secessione. Panarin non esclude la possibilita’ di una guerra civile, gli Stati Divisi d’America si divideranno in base a diverse etnie e all’influenza delle potenze straniere.

La California formerebbe il nucleo della “Republica Californiana” e sara’ influenzata dalla Cina o dal Giappone. Il Texas sara’ il nucleo della “Repubblica Texana”, influenzato dal Messico. Washington e New York diventeranno parte dell’America Atlantica e potrebbero unirsi all’Unione Europea. Il Canada potrebbe espandersi negi Stati Centro Settentrionali e l’Alaska, dopo circa 150 anni, tornerebbe alla Russia.

Pagarin sostiene che Washington stia perdendo il suo prestigio a causa dell’enorme debito pubblico e della crisi finanziaria partita dagli USA e che la Cina e la Russia usurperanno il ruolo di guida che fino ad ora ha avuto Washington nel regolare i mercati finanziari internazionali.

Al momento le teorie di Panarin vengono derise a Washington, ma Panarin cita un curioso precedente. Nel 1976, dice Panarin, il Francese Emmanuel Todd predisse la dissoluazione dell’Unione Sovietica 15 anni prima che la dissoluzione avvenisse e molti risero di lui.

La mappa qui sotto, riportata dal Wall Street Journal, mostra come Panarin immagina gli Stati Uniti fra qualche anno.

[Igor Panarin]

 

Continua…

Posted in m. Il dilemma | Contrassegnato da tag: , , , , | 2 Comments »

Cosa causa i cicli economici?

Posted by janejacobs su dicembre 28, 2008

In aggiunta all’instabilita’ e agli stress che si accumulano in una nazione a causa delle regioni il cui sviluppo economico e’ costantemente bloccato, un numerro crescente di instabilita’ e stress si accumulano a causa delle severe depressioni che esagerano i cicli economici negativi rendendo le recessioni piu’ profonde e piu’ prolungate.

 

Nessuno sa cosa causa i cicli economici, periodi di maggiore o minore prosperita’, ma se devo definire una causa, direi che sono gli effetti dei cicli di rimpiazzo delle importazioni, cosi’ come ogni altra cosa nella vita economica. Da un lato essi sono totalmente assenti nelle economie che sono trascurate dallo sviluppo cittadino, come nel caso del villaggio di Henry. I cicli economici si svolgono in economie urbanizzate e raggiungono le economie inerti in un secondo momento. Ad esempio la recessione negli Stati Uniti deprime i guadagni dei coltivatori di caffe’ Colombiani solo dopo qualche mese.

 

Una seconda ragione logica per supporre un legame fra cicli economici e citta’ che rimpiazzano le importazioni e’ che tali citta’ spesso hanno costruito in se’ cicli interrelati alla loro particolare crescita economica. Nei periodi in cui una citta’ rimpiazza un grande numero di prodotti importati in maniera rapida, come in una reazione a catena, la citta’ si espande in maniera esplosiva. Ma tipicamente questi episodi si alternano ad intervalli di minore espansione o  di stagnazione mentre la citta’ accumula importazioni potenzialmente rimpiazzabili che hanno il potenziale di creare simili reazoni a catena in futuro. E, naturalmente, se una citta’ che rimpiazza le importazioni diventa incapace nel tempo di continuare questo processo, essa non puo’ mantenere la propria economia aggiornata o mantenere un fondamento per generare nuove esportazioni che compensino per la perdita delle vecchie esportazioni, la sua economia si riduce e si contrae.

 

Se un’economia nazionale presa nel suo intero dovesse comportarsi come una singola e vigorosa citta’ in grado di rimpiazzare le importazioni, essa non sarebbe comunque in grado di evitare i cicli economici, e se una singola citta’ perdesse vigore, le nazione non potrebbe evitare una recessione o una depressione.

 

Tuttavia, la maggior parte delle nazioni contengono piu’ di una citta’ e i blocchi di nazioni che commerciano fra loro contengono numerose citta’ in grado di rimpiazzare le loro importazioni. Citta’ vigorose, come una buona squadra di calcio, devono lavorare su diversi momenti del ciclo economico. In una nazione o blocco commerciale di nazioni con vitta’ vigorose, le citta’ individuali non hanno un’attivita’ economica sincronizzata, ma complementare. Una recessione in una nazione o in un blocco di nazioni risulterebbe in un periodo in cui meno citta’ del normale sono in grado di rimpiazzare le importazioni. Sarebbe un processo di sterminio se tutte le citta’ in gradi di rimpiazzare le importazioni, smettessero tale processo allo stesso momento.

 Continua…

 

 

 

 

Posted in m. Il dilemma | Contrassegnato da tag: , , , | 1 Comment »

Preghiera semplice

Posted by janejacobs su dicembre 21, 2008

Oh! Signore fa di me un instrumento
della tua pace:
Dove è odio, fa’ ch’io porti l’Amore,
Dove è offesa, ch’io porti il Perdono
Dove è discordia, ch’io porti l’Unione
Dove è dubbio ch’io porti la Fede
Dove è errore, ch’io porti la Verità
Dove è disperazione, ch’io porti
la Speranza
Dove è tristezza, ch’io porti la Gioia
Dove sono le tenebre, ch’io porti
la Luce
Oh! Maestro, fa’ che io non cerchi
tanto:
Ad esser consolato, quanto a
consolare
Ad esser compreso, quanto a
comprendere
Ad esser amato, quanto ad amare
poiché
Si è: Dando, che si riceve,
Perdonando che si è perdonati.
Morendo, che si risuscita a Vita
Eterna.
 
via: gold

Posted in religione | Contrassegnato da tag: | 3 Comments »

Le citta’ come squadre di calcio

Posted by janejacobs su dicembre 19, 2008

 

Le citta’ e le potenziali citta’ hanno due bisogni economici fondamentali. Gli imperi  e le nazioni di grandi dimensioni possono servire molto bene il primo di questi due bisogni, mentre danneggiano il secondo.
 

Il primo bisogno economico delle citta’ e’ quello di generare commercio con altre citta’. Un commercio instabile e rischioso. Ampie nazioni possono servire questo bisogno bene perche’ possono eliminare inutili barriere al commercio domestico. Pertanto, piu’ grande e’ una nazione e piu’ citta’ contiene, maggiori opportunita’ ci sono per il commercio. Citta’ stato come Singapore e piccole nazioni come Taiwan sono vulnerabili alle tariffe e alle barriere doganali che le grandi nazioni possono erigere contro di loro.

 
Se il libero scambio fra citta’ e potenziali citta’ fosse l’unico bisogno economico delle citta’, un unico governo mondiale sarebbe ideale e la maggior parte dei grandi imperi del passato e del presente sarebbero splendidi ambienti per lo sviluppo economico.

 
Ma imperi e governi globali in realta’ non sono mai stati ideali per lo sviluppo economico perche’ le reti di scambio fra citta’ sono un po’ come delle squadre di calcio. I giocatori hanno bisogno di una squadra, altrimenti non sono in grado di giocare, ma ogni giocatore ha bisogno di mantenere la propria tecnica e la propria abilita’ individuale. Se un numero sufficiente di giocatori perde tecnica e abilita’ individuali, la squadra perde.
 
Ed e’ proprio questo il secondo bisogno fondamentale delle citta’, il bisogno di mantenere la propria economia florida dal punto di vista cittadino, ognuna per se’. Le nazioni hanno una incapacita’ intrinseca di soddisfare questo bisogno.

Continua… 

 

 

 

 

 

 

 

Posted in m. Il dilemma | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Nazioni e biforcazioni

Posted by janejacobs su dicembre 18, 2008

I matematici che si occupano di problemi complessi e controversi chiamano questo tipo di “pensieri” “biforcazioni”. Le biforcazioni sono contraddistinte dal fatto che non sono cause prime, ma risposte ad episodi di stress e di instabilita’ che si sono accumulati in precedenza; esse agiscono in maniera discontinua rispetto agli eventi che le precedono e lasciano lo stato delle cose su cui interagiscono radicalmente cambiato. Le nazioni sono sistemi intrinsecamente instabili.

 

Anche nella migliore e nella piu’ fortunata delle nazioni si accumulano molti disequilibri perche’ le citta’ in grado di rimpiazzare le importazioni non riescono ad emergere e di volta in volta le citta’ decadono senza essere in grado di riprendere il bandolo della matassa della propria economia, e questo fenomeno finisce per aggiungere stress e danneggiare una nazione intera. Anche se le nazioni venissero amministrate da enti privi di egoismo, diciamo da degli angeli, tali stress e tali instabilita’ continuerebbero ad accumularsi; essi sono intrinseci nella natura dell’economia.

 

Continua…

Posted in m. Il dilemma | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Economia e vulcani

Posted by janejacobs su dicembre 17, 2008

 Le transazioni del declino sono interventi che cercano di provvedere ad una situazione economica inizialmente instabilie procurando un’iniziale stabilita’. Possiamo pensare a tali transazioni utilizzanto una metafora geologica. La crosta terrestre e’ fatta di zolle che lentamente si muovono e generano graduali instabilita’. Quando l’instabilita’ si accumula in misura eccessiva, essa raggiunge un punto di discontinuita’  e genera l’eruzione di un vulcano o un terremoto.

Un fenomeno molto simile e’ presente in economia. Un’impresa cittadina si trasferisce fuori citta’ le sue attivita’ perche’ si accumulano instabilita’ come un aumento del traffico, problemi di spazio o aumento dei costi . Tale impresa  sperimenta una forte discontinuita’. Se l’instabilita’ e gli svantaggi si accumulassero all’infinito, l’impresa potrebbe arrivare ad un punto di non ritorno.

Ma grazie alla discontinuita’ puo’ evitare di deteriorare indefinitamente. In alternativa, l’impresa puo’ salvarsi se viene investita da un episodio di rimpiazzo delle importazioni che elimina l’instabilita’ e rende l’impresa capace di generare maggior lavoro per le esportazioni.

 

Continua…

Posted in m. Il dilemma | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

neutralita’ della rete

Posted by janejacobs su dicembre 16, 2008

Posted in informazione | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

youtube.com/davos

Posted by janejacobs su dicembre 15, 2008

Quest’anno anche i comuni mortali potranno partecipare al festival dei ricchi e potenti discutendo come uscire dalla crisi.

E’ possibile partecipare alla discussione postando video su youtube.com/davos.

Altri siti relativi all’incontro di Davos qui sotto:

          www.weforum.org/facebook

          www.weforum.org/facebookgroup

          www.myspace.com/worldeconomicforum

          www.forumblog.org/openforum

          http://twitter.com/davos

          www.weforum.com/photos

          www.weforum.org/videos

          www.mogulus.com/worldeconomicforum

         http://qik.com/worldeconomicforum

 

 

Posted in Economia | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Atene, Dicembre 2008

Posted by janejacobs su dicembre 14, 2008

Posted in citta' | Contrassegnato da tag: | Leave a Comment »

Ricchezza e traffico a New York

Posted by janejacobs su dicembre 14, 2008

Getting Around New York

Non sempre l’aumento della ricchezza di una citta’ genera un corrispondente aumento del traffico.

Fra il 2003 ed il 2007 New York e’ stata investita da un grande boom economico che ha portato decine di migliaia di nuovi lavori e di immigrati. Tuttavia un recente studio mostra che il volume del traffico di veicoli per le strade di New York e’ calato. 

La crescita del volume degli spostamenti e’ stata assorbita dal trasporto pubblico, grazie ad una serie di importanti investimenti che hanno aumentato l’efficienza del trasporto pubblico e ad un calo della criminalita’ che ha consentito alle persone di sentirsi piu’ sicure nell’utilizzo della metropolitana.

La sfida per la citta’ e’ quella di continuare a mantenere un livello di trasporti pubblici efficiente ora che la recessione sta erodendo le casse della citta’ e dello Stato di New York.

Posted in citta', Economia, mobilita' | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Perche’ il Giappone e’ in bancarotta

Posted by janejacobs su dicembre 10, 2008

Una conseguenza della mancanaza di citta’ in grado di rimpiazzare importazioni e’ che un’elevata proporzione di giovani in cerca di lavoro devono abbandonare queste regioni. In Giapone, ad esempio, nel tentativo di generare piu’ lavoro locale, gli amministratori delle zone arretrate del Nord e del Sud del Giappone si comportano in modo molto simile agli amministratori delle regioni povere di altri paesi al mondo. Essi competono per attrarre trapianti industriali da citta’ lontane, principalmente dal Giappone centrale ma anche dall’estero. Proprio come succede all’estero, la domanda di trapianti industriali da citta’ lontane supera l’offerta.
In realta’, la gente del Nord del Giappone e del Sud del Giappone stanno molto meglio economicamente di quanto non stessero in passato. Cio’ nonostante, queste sono economie povere rispetto a quelle del Giappone centrale e sono rimaste tali negli ultimi anni. I loro amministratori rilevano che per qualche motivo misterioso lo sviluppo ha escluso le loro regioni.

Ed e’ andata proprio cosi’. La soluzione, naturalmente, sarebbe l’emergere di citta’ in grado di rimpiazzare le importazioni anche in queste regioni. Ma questo non e’ accaduto, e con il passare del tempo, sembra sempre piu’ improbabile che possa accadere. Lle citta’ con il potenziale di rimpiazzare le importazioni nelle regioni arretrate avrebbero bisogno di dazi sui prodotti importati dalle citta’ avanzate del Giappone centrale, proprio come le citta’ del Giappone centrale si avvantaggiarono dei dazi che imposero ai paesi stranieri mentre si dotavano della capacita’ di rimpiazzare le importazioni estere.

Se le regioni del Giappone del Nord e del Sud avessero le loro proprie monete avrebbero automaticamente la possibilita’ di avere tariffe e sussidi alle esportazioni. Se le loro esportazioni agricole distorcessero troppo il valore di quelle valute, come accadde per le esportazioni di seta quando il Giappone comincio’ il suo processo di modernizzzazione, allora ci vorrebbero anche vere e proprie tariffe. Tuttavia, monete specifiche e tariffe implicherebbero nuovi stati sovrani, una famiglia di stati sovrani Giapponesi invece di un unico stato sovrano Giapponese. L’arrangiamento attuale di unico stato sovrano impica che queste regioni devono rimanere permanentemente arretrate rispetto a quelle del Giappone centrale. Anche se ho usato l’esempio del Giappone, la stessa analisi si puo’ applicare a tutti cli stati che consisono di citta’ e aree metropolitane e di regioni perennemente arretrate in cui non riescono ad emergere citta’ in grado di rimpiazzare le importazioni.

In Giappone, come altrove, le disparita’ regionali causano scontento e lasciano una sensazione che lo stato deve correggere le ineguaglianze in un modo o nell’altro. La risposta del governo giapponese, e della maggior parte dei governi nazionali e’ di fornire sussidi assisetnziali alle regioni periferiche ed arretrate. Da qui vediamo come le nazioni spesso iniziano transazioni di declino constinue. Esse mitigano le ineguaglianze, ma non eliminano le cause della disuguaglianza.

Fra gli anni cinquanta e gli anni settanta, i livelli di tassazione in Giappone venivano ridotti di anno in anno. In quel periodo la produzione di ricchezza era superata dalla domanda di risorse del governo nazionale. Ma dal 1977, il livello di tassazione Giapponese ha iniziato ad aumentare aumentando il deficit ed il debito pubblico Giapponese; questo e’ un segnale che il governo Giapponese spende piu’ di quanto il paese non riesca a produrre. Gli aumenti di spesa sono andati a pagare sussidi sociali assistenziali, sussidi agricoli, prestiti a fondo perduto e sussidi assistenziali al sistema ferroviario nazionale.Mentre i Giapponesi hanno iniziato ad aumentare i sussidi domestici rapidamente, essi hanno anche promosso il commercio con paesi piu’ arretrati, ma non solo per importare le materie prime edi i beni agricoli importati in Giappone, ma anche per vendere a queste nazioni i manufatti giapponesi utilizzando lo strumento del credito. Le citta’ del Giappone centrale, ottengono in cambio ricavi delle vendite da esportazione per economie arretrate che non sono in grado di rimpiazzare con la propria produzione quello che ricevono. La promozione di questo tipo di transazioni commerciali a vicolo cieco e’ diventata necessaria in Giappone, come nelle citta’ avanzate di altri paesi, proprio perche’ le citta’ del Giappone centrale possono trovare pochi altri partner commerciali che abbiano lo stesso grado di sviluppo e di vigore economico sia a livello nazionale che a livello internazionale. Ma ancora, una volta imbarcatisi in transazioni del declino, non si affrontano le cause dei problemi. Tali transazioni rendono le economie arretrate ancora piu’ inerti e dipendenti, anziche’ renderle in grado di svilupparsi da se’.

La storia non si ripede nei dettagli, ma ci sono caratteristiche della storia economica che si ripetono continuamente e paiono quasi essere leggi da cui non si scappa. Se queste caratteristiche funzionano come leggi, possiamo anticipare che il Giappone, con il passare del tempo, verera’ sussidi sempre maggiori alle sue regioni arretrate, promuovera’ sempre piu’ il commercio fra citta’ avanzate ed aree arretrate, e aumentera’ la propria produzione militare. Per quanto questo possa sembrare improbabile, visto il pacifismo del Giappone, e’ possibile che le spese militari del Giappone (forse anche dietro la spinta USA) arrivino a toccare il 2.5% della ricchezza nazionale.

Possiamo anche anticipare, se le caratteristiche-leggi storiche si ripeterannoche il Giappone iniziera’ vari tipi di transazioni del declino e ristagnera’ anziche’ continuare a crecere grazie alla sua creativita’.

Se fra cento anni gli storici cercheranno una data in cui segnare il declino Giapponese, forse troveranno che il 1977 e’ la data approrpiata. Una simile data per gli Stati Uniti du il 1933, quando la nazione iniziao’ a combattere la continua poverta’ del Sud attraverso sussidi assistenzialisti, e poi attraverso un sistema di produzione miliater continua. Dopo 50 anni di queste transazioni del declino, le citta’ Americane hanno iniziato a dipendere da questi tipi di transazioni anziche’ della creativita’ delle sue citta’ che i ono stimolate a vicenda attraverso il commercio.

 

Continua…

Posted in m. Il dilemma | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Aumento della popolazione mondiale

Posted by janejacobs su dicembre 9, 2008

Le Nazioni Unite prevedono che la popolazione mondiale aumentera’ del 40% da qui al 2050.

Con l’aumento della popolazione aumenteranno le preferenze abitative, si modificheranno le fasce di eta’.

Alcune zone si spopoleranno ed altre saranno densamente popolate.

Secondo le Nazioni Unite, entro il 2050 la proporzione delle persone con piu’ di 65 anni raddoppiera’ rispetto a quella attuale. Oggi la percentuale di popolazione degli ultra 65enni sul totale e’ 8%. La proporzione della popolazione globale urbana ha superato per la prima volta la soglia del 50% nel 2007 e continuera’ ad aumentare futuro, in particolare nei paesi in via di sviluppo.

Riuscira’ il pianeta a sopportare questi cambiamenti?

Posted in Economia | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Bancarotta USA

Posted by janejacobs su dicembre 8, 2008

La tabella qui sotto riporta i calcoli di Barry Ritholtz, autore di un libro sul costo della recente crisi finanziaria degli Stati Uniti, e riporta alcuni degli eventi (disastri, guerre o progetti spaziali) tra i piu’ costosi nella storia del Governo Americano. Tale tabella e’ utile a comprendere l’immensita’ delle spese che il governo Americano ha utilizzato nel 2008 per sostenere questa crisi finanziaria. Una cifra che potrebbe portare gli Stati Uniti alla bancarotta. Il costo in miliardi di dollari e’ rapportato al valore odierno.

 

Progetto Costo
Crisi finanziaria del 2008 $4,600
NASA $851
Guerra in Vietnam $698
Guerra in Iraq $597
New Deal  $500
Guerra di Corea $454
Crisi finanziaria del 1990 $256
Atterraggio sulla luna $237
Acquisto della Louisiana  $217
Piano Marshall $115

 

 

 

 

Segnalazione proveniente da crisis 

 

 

Posted in Economia | Leave a Comment »

Fine di Fiat-Auto

Posted by janejacobs su dicembre 8, 2008

Il capo della Fiat Marchionne dice che solo sei produttori di auto sopravviveranno all’attuale crisi economica:

 

uno in USA (probabilmente GM)

uno in Germania (probabilmente  Volkswagen)

uno in Giappone (probabilmente Toyota)

un Franco-Giapponese (Renault Nissan)

un Cinese

e un altro Europeo.

 

per sopravvivere, un produttore di auto deve fare profitti e per fare proftti deve produrre almeno 5 milioni di auto all’anno. Fiat  non e’ in grado di far fronte a questa crisi perche’ non produce un numero di automobili sufficienti per generare utili in questo difficile mercato. Pertanto dovra’ essere assorbito da un altro gruppo nei prossimi anni.

 

Fonte: guardian

Posted in Economia | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Lavoro

Posted by janejacobs su dicembre 5, 2008

C’e’ sempre meno lavoro e si fa sempre piu’ fatica a trovare un impiego.

Se il ministero del lavoro avesse un sito facile da usare per i cittadini con statistiche, informazioni e possibilita’ di impiego, forse un piccolo aiuto si potrebbe dare.

Per vedere come si puo’ migliorare, consiglio il confronto fra il sito del ministero del lavoro in Italia e in USA.

I dati e le informazioni in Italia sono buone come in USA, grazie alla professionalita’ di molti ricercatori e scienziati statistici, basterebbe un formato piu’ facile da usare.

Posted in Economia | Contrassegnato da tag: | 1 Comment »

AC/DC, Shook Me All Night Long

Posted by janejacobs su dicembre 3, 2008

Siamo nel 1980, gli australiani AC/DC, dopo aver seppellito il loro cantante Bon Scott morto soffocato nel suo vomito dopo una notte di bagordi, assumono Brian Johnson e partono per un trionfale tour negli Stati Uniti con questa canzone tutta sesso, droga e rock and roll. Irresistibile.

She was a fast machine
She kept her motor clean
She was the best damn woman I had ever seen […that I, ever seen]
She had the sightless eyes
Telling me no lies
Knockin’ me out with those American thighs
Taking more than her share
Had me fighting for air
She told me to come but I was already there
‘Cause the walls start shaking
The earth was quaking
My mind was aching
And we were making it and you –

Shook me all night long
Yeah you shook me all night long
Working double time
On the seduction line
She was one of a kind, she’s just mine all mine
She wanted no applause [Taking no applause]
Just another course
Made a meal out of me and came back for more
Had to cool me down
To take another round
Now I’m back in the ring to take another swing
‘Cause the walls were shaking
The earth was quaking
My mind was aching
And we were making it and you –
CHORUS
And knocked me out and then you
Shook me all night long
You had me shakin’ and you
Shook me all night long
Yeah you shook me
Well you took me
You reall took me and you
Shook me all night long
Ooooh you
Shook me all night long
Yeah, yeah, you
Shook me all night long
Your really took me and you
Yeah you shook me, yeah you shook me
All night long

Posted in Musica di citta' | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Debito e ricchezza

Posted by janejacobs su dicembre 2, 2008

La classifica che segue misura il rapporto tra debito pubblico e ricchezza (PIL) di tutte le nazioni nel 2007.

N Paese Debito / PIL (%) Data
1 Zimbabwe 218.2 2007 est.
2 Lebanon 186.6 2007 est.
3 Japan 170 2007 est.
4 Jamaica 126.5 2007 est.
5 Sudan 105.9 2007 est.
6 Egypt 105.8 2007 est.
7 Italy 104 2007 est.
8 Singapore 96.3 2007 est.
9 Seychelles 92.3 2007 est.
10 Greece 89.5 2007 est.
11 Sri Lanka 85.8 2007 est.
12 Belgium 84.6 2007 est.
13 Norway 83.1 2007 est.
14 Bhutan 81.4 2004
15 Israel 80.6 2007 est.
16 Cote d’Ivoire 75.2 2007 est.
17 Jordan 72.4 2007 est.
18 Morocco 67.4 2007 est.
19 Hungary 67 2007 est.
20 Germany 64.9 2007 est.
21 Uruguay 64.8 2007 est.
22 Canada 64.2 2007 est.
23 France 63.9 2007 est.
24 Portugal 63.6 2007 est.
25 Mauritius 63.1 2007 est.
26 Nicaragua 62.9 2007 est.
27 United States 60.8 2007 est.
28 Cyprus 59.6 2007 est.
29 Austria 59.1 2007 est.
30 Ghana 58.5 2007 est.
31 India 58.2 2007 est.
32 Argentina 56.1 2007 est.
33 Philippines 55.8 2007 est.
34 Tunisia 55.4 2007 est.
35 Panama 53 2007 est.
36 Colombia 52.8 2007 est.
37 Gabon 52.8 2007 est.
38 Albania 51.4 2007 est.
39 Malawi 50.6 2007 est.
40 Pakistan 50.6 2007 est.
41 Kenya 48.7 2007 est.
42 Croatia 47.8 2007 est.
43 Costa Rica 46.6 2007 est.
44 Aruba 46.3 2005
45 Bolivia 46.3 2007 est.
46 Netherlands 45.5 2007 est.
47 Brazil 45.1 2007 est.
48 Ethiopia 44.5 2007 est.
49 Switzerland 44.2 2007 est.
50 United Kingdom 43.6 2007 est.
51 Poland 43.1 2007 est.
52 Vietnam 42 2007 est.
53 Sweden 41.7 2007 est.
54 Malaysia 41.6 2007 est.
55 Dominican Republic 41 2007 est.
56 Papua New Guinea 40.1 2007 est.
57 Turkey 38.9 2007 est.
58 Montenegro 38 2006
59 Thailand 37.9 2007 est.
60 Syria 37.7 2007 est.
61 Bangladesh 37.4 2007 est.
62 El Salvador 37.3 2007 est.
63 Serbia 37 2007 est.
64 Cuba 36.8 2007 est.
65 Spain 36.2 2007 est.
66 Finland 35.9 2007 est.
67 Slovakia 35.9 2007 est.
68 Bosnia and Herzegovina 34 2007 est.
69 Indonesia 34 2007 est.
70 Yemen 33.5 2007 est.
71 Ecuador 33.1 2007 est.
72 South Africa 31.3 2007 est.
73 Bahrain 31.2 2007 est.
74 Macedonia 30.8 2007 est.
75 Peru 29.2 2007 est.
76 Korea, South 28.2 2007 est.
77 Zambia 28.1 2007 est.
78 Trinidad and Tobago 27.9 2007 est.
79 Taiwan 27.9 2007 est.
80 Iceland 27.6 2007 est.
81 Paraguay 27 2007 est.
82 Denmark 26 2007 est.
83 Czech Republic 26 2007 est.
84 Ireland 24.9 2007 est.
85 Saudi Arabia 24.3 2007 est.
86 Honduras 24.1 2007 est.
87 Slovenia 23.6 2007 est.
88 Moldova 23.3 2007 est.
89 Senegal 22.9 2007 est.
90 Mexico 22.8 2007 est.
91 Namibia 22.3 2007 est.
92 Mozambique 22.2 2007 est.
93 United Arab Emirates 21.2 2007 est.
94 Guatemala 20.9 2007 est.
95 New Zealand 20.7 2007 est.
96 Uganda 20.6 2007 est.
97 Tanzania 19.6 2007 est.
98 Venezuela 19.3 2007 est.
99 Uzbekistan 18.7 2007 est.
100 China 18.4 2007 est.
101 Algeria 18 2007 est.
102 Lithuania 17.3 2007 est.
103 Iran 17.2 2007 est.
104 Gibraltar 15.7 2005 est.
105 Australia 15.6 2007 est.
106 Cameroon 15.5 2007 est.
107 Nigeria 14.4 2007 est.
108 Romania 13 2007 est.
109 Hong Kong 12.5 2007 est.
110 Angola 12 2007 est.
111 Ukraine 11.7 2007 est.
112 Qatar 11 2007 est.
113 Bulgaria 10.5 2007 est.
114 Kuwait 9.7 2007 est.
115 Kazakhstan 7.7 2007 est.
116 Latvia 7.4 2007 est.
117 Azerbaijan 6.7 2007 est.
118 Luxembourg 6.4 2007 est.
119 Russia 5.9 2007 est.
120 Wallis and Futuna 5.6 2004 est.
121 Botswana 5.4 2007 est.
122 Libya 4.7 2007 est.
123 Chile 4.1 2007 est.
124 Oman 3.7 2007 est.
125 Estonia 3.4 2007 est.
126 Equatorial Guinea 1.6 2007 est.

Fonte: CIA via arcipelago

Posted in Economia | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »