Il segreterio generale delle Nazioni Unite sostiene che il mancato successo delle negoziazioni di Copenhagen sarebbe ingiustificabile dal punto di vista morale, sarebbe limitante anche dal punto di vista economico e politicamente stupido.
Queste sono le linee guida su cui stanno negoziando i Paesi dell’ONU:
* riduzione delle emissioni
* aiuto ai paesi poveri colpiti dai disastri ambientali
* incentivare tecnologie verdi
* finanziare i paesi poveri per dotarli di nuove tecnologie verdi
I due grandi imputati davanti al tribunale delle future generazioni sono USA e Cina, che assieme producono il 40% delle emissioni inquinanti e che sono piu’ preoccupati della loro crescita economica che del futuro del Pianeta.
L’Europa sta dando uno splendido esempio di leadership, ad esempio, con questo progetto che incarna le linee quida dell’ONU.
Il discorso di Obama alle nazioni Unite e’ stato bello, ma Obama non ha potere di portare avanti un negoziato, con un Senato USA pagato e agitato dalle lobby del Petrolio e del Carbone, dove Senatori come Inhofe negano il riscaldamento del pianeta.
Sono le citta’ e non le nazioni ad avere il potere di mettere in moto politiche per la riduzione dei gas serra. A Dicembre ci sara’ un summit per discutere di politiche per ridurre i gas serra a Copenhagen. I ministri dei paesi di tutto il mondo negozieranno nuove norme per ridurre i gas serra e per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
Le negoziazioni si terranno a livello nazionale, ma l’applicazione delle decisioni prese sara’ messa in pratica a livello locale. Le autorita’ cittadine della maggior parte delle nazioni hanno il potere chiave in materia di generazione di energia, trasporto e controllo dei regolamenti sull’inquinamento delle fabbriche. Secondo il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite le scelte compiute dai governi delle citta’ in materia di riduzione dei gas serra hanno un peso che va tra il 50% ed l’80% del totale. Pertanto ogni accordo che venisse preso a Copenhagen dai capi delle nazioni sarebbe inutile se non venissero coinvolte le citta’. Ed e’ quindi necessario che le autorita’ cittadine inseriscano vincoli alla produzione di gas serra quando si trovano a pianificare le politiche di mobilita’, energia e edilizia. I governi delle citta’ hanno un interesse ulteriore al successo di questi progetti. Poiche’ il riscaldamento del pianeta portera’ siccita’, alluvioni e danni alle infrastrutture, stara’ a loro riscattere queste operazioni mettendo in sicurezza le reti di trasporto, le abitazioni ed i servizi basilari contro questi rischi.
A Londra ad esempio, il sindaco sta esaminando la proposta di rialzare le barriere del Tamigi nel caso in cui il livello del fiume salga piu’ del previsto. Gli argini esistenti, costruiti negli anni ’60, sono stati utilizzati piu’ del previsto a causa di acque piu’ alte del previsto
Secondo the Climate Group un’organizzazione che si perfigge di persuadere le grandi multinazionali a ridurre i gas serra le autorita’ locali sono gia’ consapevoli dei cambiamenti che devono operare. I sindaci delle citta’ di tutto il mondo hanno mostrato che e’ possibile muoversi velocemente per sviluppare strategie ambiziose per combattere il cambiamento climatico e politiche che non solo proteggeranno l’ambiente, ma che proteggeranno posti di lavoro.
Secondo un recente studio di Greenpeace si possono creare sette posti di lavoro nell’energia rinnovabile per ogni lavoro perso nelle industrie energetiche a combustibili fossili.
Una finanziaria Inglese ha compilato un indice che riassume il prezzo di tutte le case nel Regno Unito.
Come si vede, il prezzo delle case e’ aumentato del 30% dal 1989 al 1999 ed e’ addirittura raddoppiato dal 1999 ad oggi.
E questo tenendo conto della gravissima crisi del 2008 che ha riportato i prezzi delle case inglesi indietro di cinque anni.
Quanta ricchezza genera il settore immobiliare? Tanta, senza dubbio, ma forse negli ultimi anni ne ha generata troppa perche’ drogato dalla finanza allegra.
Secondo il Premio Nobel Michael Spence il prossimo vertice sul clima che si terra’ a Dicembre a Copenhagen e’ destinato al fallimento perche’ i Paesi Ricchi cercheranno di forzare i Paesi Poveri a impegnarsi a ridurre i gas serra nei prossimi 40 anni.
I Paesi Poveri, che hanno una responsabilita’ di gran lunga inferiore nella produzione di gas serra non vogliono ridurre la loro crescita economica e quindi non firmeranno simili impegni.
Il fallimento di questa conferenza portera’ a conseguenze terribili per il clima e per l’economia.
La tabella qui sotto riporta gli impegni di riduzione di gas serra:
C’e’ un sondaggio dell’Eurostat, l’istituto di Statistica Europeo, che confronta i tassi di disoccupazione nei Paesi dell’Unione Europea.
I dati per quasi tutti i Paesi si riferiscono al mese di Luglio.
In materia di disoccupati, la Spagna ha il triste primato con un tasso di disoccupazione del 18.5%, piu’ di tutti i Paesi dell’Est piu’ poveri che si sono uniti all’Unione Europea.
La Francia e’ al 9.8% (vicino alla media).
La Germania fa meglio al 7.7% (ma la disoccupazione potrebbe pesantemente salire dopo le elezioni Tedesche di Settembre).
L’Italia fa meglio anche della Germania con il 7.4% di lavoratori in cerca di lavoro. Niente male! Peccato che il dato Italiano si riferisce al Marzo 2009.
Cosa impedisce all’Italia di fornire dati piu’ aggiornati?
Adriana Poli Bortone , fondatrice del movimento politico Io Sud , dichiara che se l’attuale governo continuera’ a favorire le politiche secessioniste della Lega, allora invitera’ i cittadini Meridionali a boicottare i prodotti agricoli del Nord.
Tardiva perche’ i politici avrebbero gia’ dovuto invitare da secoli i cittadini del Sud a consumare prodotti agricoli locali.
Modesta perche’ si limita solo ai prodotti agricoli e non ai prodotti industriali e o ai servizi.
Indipendentemente dalle politiche del governo, tutti i cittadini del Sud, del Centro e del Nord dovrebbero sostenere le proprie economie locali.
E’ un’ottima cosa che sulle tavole Napoletane non ci sia il Parmigiano Reggiano, ma non dovrebbe nemmeno esserci formaggio Francese o Svizzero, ma quasi esclusivamente formaggio Napoletano.
Sulle tavole Napoletane dovrebbero esserci prodotti Napoletani. Nelle case Napoletane doverebbero esserci mobili prodotti a Napoli, I Napoletani dovrebbero indossare vestiti fatti a Napoli, guidare auto fatte a Napoli, telefonare con telefoni cellulari fatti a Napoli, guardare TV made in Napoli e collegarsi a Internet usando chip fatti a Napoli.
Le citta’ creano ricchezza se rimpiazzano le importazioni ed i cittadini hanno il dovere morale di aiutare le economie locali, sia perche’ qusto crea ricchezza nelle propria comunita’ sia per il rispetto che si deve all’ambiente.
Ma per fare questo e’ necessario che nascano nuove imprese industriali e imprese di servizi anche al Sud.
Jane Jacobs si e’ occupata del problema del Sud degli Stati Uniti, una regione simile per molto versi al Sud Italia e ha raccontato questo problema attraverso la storia di Grady, un giornalista del Sud degli Stati Uniti che andava a chiedere aiuti economici per il Sud agli industriali e ai banchieri di Boston e New York. Per saperne di piu’.
Jane Jacobs ci ricorda anche che l’indipendenza degli Stati Uniti dalla Gran Bretagna era nata innanzitutto per motivi economici e commerciali.
Sono incappato per caso sul sito di STTK del sindacato finlandese dei professionisti, uno dei tre grandi sindacati della Finlandia assieme a SAK (sindacato degli operai) e di AKAVA (sindacato dell’istruzione).
Questo sindacato confederato rappresenta circa 650,000 professionisti che lavorano nel pubblico e nel privato. Il 70% degli affiliati sono donne.
I tipici membri di questo sindacato sono infermieri, ingegneri, poliziotti, segretari e commessi.
L’eta’ media e’ di 46 anni e lo stipendio medio e’di 2,400 euro al mese.
Gli obiettivi di questo sindacato sono: salari equi e decorosi, soddisfazione sul lavoro ed un giusto bilancio tra lavoro e tempo libero.
L’impressione che ho avuto visitando questo sito e’ quello di un’organizzazione semplice, efficiente ed con obiettivi chiari, precisi e misurabili.
Il grafico qui sotto riporta la ricchezza pro capite nel Mezzogiorno d’Italia oggi e le previsioni per il 2030.
I dati della ricchezza pro-capite e della crescita sono forniti dallo Svimez per ogni regione. Il Prodotto Interno Lordo pro-capite e’ una misura usata dagli economisti tradizionali per misurare la ricchezza. I dati si riferiscono al PIL del 2008 e sono espressi in euro.
Alle statistiche del 2008 ho poi aggiunto i tassi di crescita del PIL fornite dallo Svimez e ho poi ipotizzato che il PIL di ciascuna delle regioni continui a crescere (o meglio, decrescere) agli stessi ritmi del 2008.
Se ne ricava un quadro negativo per tutto il Mezzogiorno e un quadro addirittura tragico per la Campania. Quest’utima gia’ oggi e’ la regione piu’ povera d’Italia e se le tendenze di impoverimento presenti oggi continueranno fino al 2030, essa perdera’ la meta’ della propria ricchezza.
Se oggi la Campania, in termini di ricchezza pro capite, e’ paragonabile al Portogallo nel 2030 sara’ paragonabile all’Iran. Se oggi un abitante della Campania campa in media con millequattrocento euro al mese, nel 2030 dovra’ accontentarsi di sette euro al mese (senza contare l’inflazione).
Intanto, in una recente intervista, il Presidente del Consiglio cita il Piano Marshall e la Tennessee Valley Authority come fonti di ispirazione del suo nuovo progetto per il Sud . Purtroppo questi progetti paiono ispirati da uno spirito centralista e autoritario che e’ l’opposto dal pensiero di Jane Jacobs al quale ci ispiriamo.
Il 17 Settembre 2008 questo blog aveva previsto (seguendo le indicazioni del Professor Roubini) che l’economia sarebbe crollata in una profonda crisi finanziaria ed economica che sarebbe finita nel 2010.
Al 2010 ci siamo quasi arrivati e gia’ ora ci sono parecchi segnali che questa crisi finanziaria ed economica sta per finire, anche se ci sono sempre piu’ persone disoccupate, povere e senza lavoro. Queste persone sono spesso le persone piu’ deboli, anziane e con meno educazione.
Ma la ripresa sta arrivando e ci sono alcuni modi per cavalcarla, soprattutto se si puntera’ su uno o piu’ dei fattori indicati qui sotto. Ad ognuno di questi fattori e’ collegato un link a post precedenti di questo blog che hanno trattato l’argomento.
Per combattere la crisi ed aiutare i produttori agricoli del proprio territorio, una banca Emiliana ha iniziato a concedere prestiti chiedento in pegno, invece di contanti, titoli o immobili, i parmigiani.
La Russia sara’ la Nazione in grado di trarre i maggiori benefici dal riscaldamento del pianeta e dallo scioglimento dei ghiacci del Polo Nord.
La Russia ha molte reserve di gas e petrolio in Siberia e nel circolo polare artico. Un clima piu’ mite renderebbe tali risorse piu’ facili ed economiche da sfruttare.
Questo potrebbe essere un gran beneficio per la Russia visto che oggi l’80% delle sue esportazioni e il 32% delle entrate governative dipendono dall’energia e da materie prime.
Inoltre, lo scioglimento del circolo polare artico fornirebbe alla Russia grossi vantaggi dal punti di vista dei trasporti. Tuttavia, alcune infrastrutture della Russia potrebbero essere dannegiate dallo scioglimento della tundra artica e sarebbero necessarie nuove tecnologie estrattive.
Il Professor De Grauwe spiega bene in questo breve articolo la crisi d’identita’ degli economisti dopo questa crisi finanziaria, una crisi che ha scosso le fondamenta del sistema capitalistico e che portera’ ad un lungo periodo di transizione.
Jane Jacobs, la filosofa americana che ha ispirato questo blog, ha gia’ fornito convincenti risposte alle domande del Professor De Grawe osservando la natura ed interpretando la storia ed il bisogno naturale di socialita’ degli Uomini.
Queste risposte sono spiegate in questo libro scritto piu’ di trent’anni fa che ho provato a tradurre qui in Italiano.