Le cittá sono la ricchezza delle nazioni

Un nuovo modo di vedere l’economia

Megalopoli

Posted by janejacobs su novembre 10, 2008

A Gennaio dello scorso anno nella Cina Meridionale si e’ verificata una nevicata improvvisa ed inusuale che ha bloccato duecento milioni di viaggiatori che tornavano nei villaggi di provenienza per un breve viaggio durante il capodanno cinese. Il mondo ha avuto un’ulteriore conferma dell’enorme scala dell’urbanizzazione cinese.

I governi dei paesi poveri alzano le spalle davanti  questo tipo di notizie che espongono la fragilita’ delle economie di recente urbanizzazione. La maggior parte dei viaggiatori Cinesi coinvolti nel piu’ grande blocco dei trasporti che la storia umana ricordi erano spesso immigrati provenienti dalle campagne che lavorano da poco in citta’ e tornavano a casa per le feste. Negli ultimi 30 anni la popolazione urbana e’ aumentata da 1.6 miliardi di abitanti a 3.3 miliardi di abitanti e nei prossimi 30 anni si dovrebbero aggiungere altri 2 miliardi. Alcuni governi hanno dei dubbi sulla loro capacita’ di gestire un’urbanizazione di proporzioni cosi’ gigantesche; alcuni di essi stanno cercando di ridurre il movimento di persone dalle campagne alle citta’ per ridurre il rischio di instabilita’ sociale.

La crisi alimentare degli ultimi 18 mesi ha aumentato i timori sull’approvigionamento di cibo per i poveri delle megalopoli del terzo mondo. Il seretario delle nazioni unite Ban Ki-moon ha avvertito all’ultimio Forum biennale di Nanchino che entro il 2030 piu’ di due miliardi di persone potrebbero vivere in situazioni di estrema poverta’ nelle favelas dell’America Latina e dell’Asia e che le magalopoli genereranno la maggior parte dei consumi energetici e della spazzatura.

Tali paure di eccessiva concentrazione sono riflesse nelle politiche di molti paesi. L’Arabia Saudita sta spendendo miliardi di dollari per costruire nuove citta’ che alleggeriscano la crescita di Jeddah e Riyadh. L’Egitto sta costruendo 20 nuove citta’ per deviare la crescita urbanistica dal Cairo. Simili tentativi sono stati fatti negli anni ’50 e ’60 in Gran Bretagna ed in Francia con la costruzione di nuove citta’ periferiche per controbilanciare la predominanza delle rispettive capitali.

Tuttavia, una recente pubblicazione della Banca Mondiale suggerisce che il pessimismo sull’urbanizzazione sia eccessivo. Secondo questo studio le citta’ del Terzo Mondo stanno crescendo cosi’ in fretta proprio perche’ esse sono in grado di generare enormi vantaggi economici per chi ci viene a vivere e tali vantaggi potrebbero aumentare. Rallentare l’urbanizzazione o ricollocarla in citta’ artificiali e’ una perdita di tempo e denaro. L’evidenza e la semplicita’ della fisica, dell’econoima, della geografia e della natura sono fattori molto piu’ potenti delle politiche dei governi nazionali nell’influenzare la decisione delle popolazioni su dove andare a vivere, come dimostra il premio Nobel all’economia di quest’anno Paul Krugman che si rifa’ (direttamente o indirettamente) alle teorie di Jan Jacobs.

La Banca Mondiale sottolinea che le megalopoli dei paesi poveri non possono essere “scaricate” come obrobri moterni solo perhce’ sono troppo grandi, troppo caotiche, troppo inquinate e troppo diseguali.

Citta’ del Messico, Mumai, San Paolo e Shanghai hanno piu’ di 15 milioni di abitanti ciascuna, metre Londra e Parigi ne hanno circa la meta’. La popolazione media delle 100 citta’ piu’ grandi del mondo oggi e’ di 6 milioni, mentre nel 1900 era di 700,000.

Ma se prese nel contesto della popolazione totale, la crescita delle megalopoli di oggi e’ molto simile alla crescita di Parigi e di Londra nel XIX secolo. Citta’ del Messico si sta sviluppando allo stesso modo in cui Parigi si era sviluppata nel XIX secolo e la storia di Parigi ci suggerisce che lo sviluppo demografico di Citta’ del Messico non sara’ eterno. La storia suggerisce anche che il divario tra ricchi e poveri diminuira’. Quando la gente si trasferisce in citta’, i salari urbani sono circa del 40-50% superiori di quelli agricoli, questo valeva nel XIX secolo e vale ancora oggi per i paesi in via di sviluppo. Nei paesi ricchi dell’Occidente la differenza fra salari agricoli e urbani e’ diminuita nell’ultimo secolo e tale convergenza sta iniziando anche nei paesi poveri.

Se a noi le megalopoli del terzo mondo appaiono gigantesche, nel contesto della loro popolazione o della loro proporzione di popolazione urbana a popolazione agricola non lo sono. Il lavoro delle megalopoli del terzo mondo e’ sempre piu’ importante. Ed e’ un lavoro di commercio, produzione di beni e servizi, rimpiazzo delle importazioni.

Fonte: Banca Mondiale

5 Risposte to “Megalopoli”

  1. marco said

    a questo proposito ti segnalo il saggio “21st Century medieval city”, della Long Now Foundation.

    qui il testo, qui il video e qui le slide.

  2. Anonimo said

    ciao…..?????’ che bel sito

  3. cris said

    complimenti bel articolo

  4. […] Favela Morumbi a San Paolo (Brasile) – Foto: janejacobs.wordpress.com […]

  5. colleen said

    colleen

    Megalopoli « Le cittá sono la ricchezza delle nazioni

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