Le cittá sono la ricchezza delle nazioni

Un nuovo modo di vedere l’economia

Archive for febbraio 2009

Fallimento OPEL

Posted by janejacobs su febbraio 27, 2009

Un’altra parte dell’impero fallimentare di General Motors sta per crollare. Dopo Saab e forse Hummer, anche la OPEL sta per crollare, a meno che il governo tedesco intervenga per salvare i posti di lavoro tedeschi. La notizia qui.

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Tom Hanks al CERN

Posted by janejacobs su febbraio 26, 2009

Molti avranno letto il romanzo di Dan Brown Il codice da Vinci o visto il film con Tom Hanks. Molti sapranno che Dan Brown ha scritto un altro appassionante romanzo chiamato Angeli e Demoni che si svolge fra il CERN e il Vaticano. In questi giorni Tom Hanks si e’ recato al CERN per rendere omaggio al famoso centro di ricerca che ha ispirato Dan Brown. Il nuovo film, di cui potrete vedere la presentazione qui sotto, uscira’ il 15 Maggio.

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La sedia da 28 milioni di dollari

Posted by janejacobs su febbraio 26, 2009

 

Ventotto milioni di dollari e’ il prezzo record a cui e’ stata venduta ieri a Christie’s la sedia del defunto stilista Francese Yves Saint Laurent.

 

La sedia da ventotto milioni di dollari e’ stata disegnata dalla Eileen Gray fra il 1917 ed il 1919 e si trovava nel lussuoso soggiorno parigino di Yves Saint Laurent circondata da opere di Picasso, Cezanne, Matisse e  Munch.

 

Alla faccia della crisi.

 

Per alcuni miliardari una sedia da ventotto milioni di dollari sono noccioline.

 

Per i comuni mortali quei soldi potrebbero servire all’acquisto di un’isola privata o a sfamare e curare dalle malattie migliaia e migliaia di bambini poveri.

 

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Italia sesta nell’eolico

Posted by janejacobs su febbraio 26, 2009

Secondo il Global Wind Energy Council l’Italia e’ il sesto paese al mondo per energia eolica prodotta e per nuovi impianti recentemente installati. Le tabelle del GWEC qui sotto:

Primi dieci paesi per capacita’ installata
  MegaWatt %
USA 25,170 20.8
Germania 23,903 19.8
Spagna 16,754 13.9
Cina 12,210 10.1
India 9,645 8
Italia 3,736 3.1
Francia 3,404 2.8
UK 3,241 2.7
Danimarca 3,180 2.6
Portogallo 2,862 2.4
Resto del Mondo 16,686 13.8
Totale dei primi 10 104,104 86.2
Totale mondiale 120,791 100
     
Primi dieci paesi per capacita’ installata nel 2008
  MegaWatt %
USA 8,358 31
Cina 6,300 23
India 1,800 7
Germania 1,665 6
Spagna 1,609 6
Italia 1,010 4
Francia 950 4
UK 836 3
Portogallo 712 3
Canada 523 2
Resto del Mondo 3,293 12
Totale dei primi 10 23,763 88
Totale mondiale 27,056 100

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Contro i monopoli

Posted by janejacobs su febbraio 26, 2009

I monopoli danneggiano gratuitamente le citta’ e sopprimono il loro potenziale di sviluppo. La tipica obiezione che si porta ai monopoli e’ che fanno pagare tariffe troppo care poiche’ non hanno concorrenza. Da questa obiezione ne segue che i monopoli possono essere tollerati se le loro tariffe vengono regolate.

 

In molti casi addirittura si proteggono i monopoli perche’, raggiungendo economie di scala, possono portare benefici alla comunita’. Ma i prezzi alti che vengono fatti pagare dai monopolisti in caso di mancata regolamentazione, sono il minore degli svantaggi dei monopoli, perche’ essi impediscono metodi alternativi di produrre beni e servizi.

 

Questo avviene spesso quando i monopoli vengono spezzati. Quando il Congresso Americano forzo’ i monopolisti delle societa’ elettriche ad acquistare l’energia da produttori indipendenti per la distribuzione e a pagare per tale energia il prezzo piu’ alto dei loro stessi impianti, nacquero moltissimi nuovi produttori. Alcuni di essi, specialmente nelle aree di Boston e di San Francisco, iniziarono a utilizzare metodi innovativi di produzione di energia. Altri produttori di energia realizzarono piccoli impianti di generazione idroelettrica da piccole dighe che erano state abbandonate ma che, in aggregato, producono oggi una considerevole quantita’ di energia e producono molto meno inquinamento dei mega impianti delle grandi centrali.

 

Quando gli Stati Uniti ruppero il monopolio dei telefoni per la produzione di apparecchiature di telecomunicazione, apparvero in breve tempo nuovi prodotti che resero possibile una maggiore e piu’ concorrenziale produzione che genero’ sviluppo in molte citta’ americane. Questi sono esempi in cui una nazione, senza arrecare alcun danno a se stessa in quanto entita’ politica unitaria, ha potuto creare sviluppo favorendo il cambiamento.

 

Continua…

 

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Obama e l’invenzione dell’auto

Posted by janejacobs su febbraio 26, 2009

Nel suo discorso annuale sullo Stato della Nazione il presidente Obama commette un errore nel dire che: “…I believe the nation that invented the automobile cannot walk away from it. ” Obama ritiene che l’automobile sia stata inventata negli Stati Uniti. In realta’ la prima automobile fu realizzata dal tedesco Benz nel 1886 secondo wikipedia.

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Citta’ e problemi pratici

Posted by janejacobs su febbraio 25, 2009

 Le soluzioni obbligatorie ai problemi del trasporto, della produzione di energia e della prevenzione dell’inquinamento sono spesso danneggiati dagli standard internazionali. Ad esempio, gli standard anti-inquinamento sono importanti sia a livello nazionale che internazionale, poiche’ l’inquinamento valica i confini delle citta’ e contamina l’aria e l’acqua. Ma le soluzioni contro l’inquinamento non dovrebbero obbligare i prodotti ad essere sempre omogenei. Spesso una maggiore sperimentazione e diversificazione porta a soluzioni innovative e diversificate. Spesso capita che quando un problema si ripercuote a livello nazionale o internazionale siamo in presenza di un sintomo della mancanza di crescita e innovazione nelle citta’. Ad esempio, il fatto che i rifiuti tossici sono diventati un problema internazionale significa che i problemi della prevenzione e del riciclaggio di tali rifiuti non e’ stato risolto dalle citta’ che hanno creato tali rifiuti. Le citta’ spesso riescono a risolvere problemi pratici, poi li esportano ad altre citta’ ed importano la soluzione di altri problemi; se non lo fanno i problemi restano irrisolti.

Continua…

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Petrolio rinnovabile

Posted by janejacobs su febbraio 25, 2009

 

Il sogno delle compagnie petrolifere di oggi e’ rendere il petrolio una fonte di energia rinnovabile.

L’anidride carbonica che viene emessa nell’atmosfera attraverso la combustione di gas fossili puo’ essere ridotta. La piu’ grande fonte di anidride carbonica sono i trasporti automobilistici e le centrali per la produzione di energia elettrica alimentate a gas, petrolio, carbone (ma ad esclusione delle centrali nucleari). Oggi i governi mondiali e le grandi multinazionali dell’energia stanno cercando di trovare modi per ridurre i gas serra come l’anidride carbonica.

Una delle ultime tecnologie per la riduzione dell’anidride carbonica e’ quella di immagazzinarla sotto terra o sotto i fondali oceanici. Costruire dei depositi a cielo aperto sarebbe troppo costoso e allora si sta cercando di utilizzare di convogliare questo gas in profondita’ nei pozzi sotterranei dove e’ gia’ stato estratto petrolio e gas.

Alcune societa’ come la BP sperano in un futuro non troppo lontano di introdurre in questi pozzi pieni di anidride carbonica dei batteri geneticamente modificati per ritrasformare questa anidride carbonica in nuovi gas fossili che possono essere riestratti e riutilizzati. Se questo diventasse possibile, il petrolio di fatto diventerebbe una fonte di energia rinnovabile. Sembra fantascienza, ma i links che seguono indicano che seri investimenti stanno per essere fatti in questa direzione (qui  e qui)

Io vedo almeno due rischi:

·         Se ci fossero scosse telluriche notevoli o eruzioni vulcaniche notevoli in prossimita’ di queste discariche sotterranee di anidride carbonica, essa potrebbe liberarsi nuovamente nell’atmosfera creando pericolose nubi tossiche e causando danni enormi agli esseri viventi.

·         I milioni di nuovi batteri creati in laboratorio al fine di rendere il petrolio rinnovabile potrebbero “impazzire” e andare a svolgere altre funzioni potenzialmente distruttive sfuggendo al controllo umano.

 

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Lezioni per l’Italia dalla bolla del fotovoltaico Spagnolo

Posted by janejacobs su febbraio 24, 2009

Alcuni esperti del fotovoltaico mettono in guardia dallo scoppio della bolla fotovoltaica in Spagna. Nel 2007-2008 tutti gli indicatori per l’industria fotovoltaica Spagnola erano positivi: era facile ottenere credito, il prezzo del petrolio saliva, l’economia Spagnola era in crescita. Ora l’industria fotovoltaica Spagnola e’ in difficolta’ a causa del basso prezzo del petrolio, della recessione, della difficiolta’ nell’ottenere finanziamenti e, come se non bastasse, la Spagna ha tagliato del 30% gli incentivi all’installazione di pannelli solari. Molte societa’ fotovoltaiche Spagnole hanno percio’ annunciato licenziamenti poiche’ i profitti delle industria fotovoltaica dipendono dagli incentivi governativi e dalla domanda interna. Cio’ che il caso Spagnolo ha mostrato non e’ che bisogna per forza fissare incentivi alti, ma che tali incentivi devono essere stabili nel tempo per garantire una certezza nell’investimento e lo sviluppo di una filiera produttiva locale che rimpiazzi le importazioni dall’esterno in attesa che l’industria fotovoltaica stia in piedi senza sussidi.

 

Oggi gli incentivi piu’ generosi al solare sono concessi dall’Italia (vedi qui), il mercato sta crescendo rapidamente e sta beneficiando di prezzi dei moduli sempre piu’ bassi. Fortunatamente il taglio agli incentivi minacciato dal “nuclearista” Scajola nel decreto milleproroghe non si e’ fatto. L’Italia dovrebbe diventare il secondo mercato per il fotovoltaico entri il 2010 e l’inustria fotovoltaica Itaiana dovrebbe camminare con le sue gambe (senza sussidi pubblici) entro il 2012.

 

 Continua…

 

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Fine dell’Hummer

Posted by janejacobs su febbraio 23, 2009

Dopo aver lasciato andare verso il fallimento la SAAB, la General Motors si e’ data fino al 31 Marzo per decidere se vendere o lasciar fallire la divisione Hummer. Vista la crisi del settore automobilistico sara’ molto difficile trovare un comprtore in cosi’ poco tempo.

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La secessione di Pantelleria

Posted by janejacobs su febbraio 23, 2009

Stanca delle promesse non mantenute fatte negli anni dallo Stato Italiano e dalla Regione Sicilia, la piccola isola di Pantelleria, che conta circa seimila abitanti, vuole secedere. Il modello sarebbe Malta, un’isola indipendente che misura circa quattro volte Pantelleria e che ha quattrocentomila abitanti, contro i seimila di Pantelleria.

Cause della secessione? A Pantelleria mancano strutture ospedaliere elementari e collegamenti regolari con la Sicilia.

Ma ce la fara’ una isola cosi’ piccola ad andare avanti da sola o e’ solo una provocazione per attrarre l’attenzione e i soldi delle istituzioni?

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Standard internazionali

Posted by janejacobs su febbraio 23, 2009

Quando si formo’ l’Unione Europea, per eliminare barriere commerciali tra le nazioni che vi facevano parte e creare un unico mercato integrato, si cercarono di formare economie di scala attraverso la creazione di grandi multinazionali. In quel contesto, naturalmente, l’IVA aveva senso. Per questo motivo, una pagnotta Europea deve avere ingredienti standartizzati, una banana deve avere certe forme particolari ed il latte deve avere altre partiolari ingredienti.

 

Di regola, gli standard di produzione nazionali o internazionali, ad eccezione di pochi standard strettamente necessari per la sicurezza e per la salute, inevitabilmente danneggiano le citta’ e tarpano le ali al loro sviluppo. Come possono i produttori cittadini generare sviluppo per le loro citta’ ed eventualmente esportarlo se gli standard di produzione scoraggiano o addirittura vietano l’innovazione? E chi sa qali altri ramificazioni nei metodi di produzione, nei materiali o nelle finalita’ stesse sono danneggiati?

Continua…

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Siamo tutti King Kong

Posted by janejacobs su febbraio 22, 2009

Il Giappone ha una popolazione di 127 milioni di abitanti. Recenti studi prevedono che la sua popolazione si ridurra’ a 100 milioni nel 2050 e a 64 milioni nel 2100. Si sono tentate di dare varie spiegazioni al fenomeno della decresita della natalita’ in Giappone: i Giapponesi preferiscono non sposarsi, o non avere figli, o hanno figli quando sono piu’ anziani. 

Alcuni sociologi ritengono che i Giapponesi preferiscano investire tutto su di un solo “super bambino”, invece di avere due o piu’ figli che condividano le risorse che potrebbero essere spese solo su di un bambino (giochi, educazione, sport, vacanze).

Questo declino di natalita’ non sta accadendo solo in Giappone, ma anche in America, in Europa e da poco tempo addirittura anche in Africa. Ruth Mace, professoressa di antropologia biologica all’University College di Londra ha affermato che in vari Paesi Africani c’e’ un calo demografico e che questo e’ dovuto essenzialmente al fenomeno dell’urbanizzazione, un fenomeno in cui il Giappone e’ il Paese leader al mondo.

Sara’ un caso dovuto alla geografia montagnosa delle Isole Giapponesi che ha portato il Giappone a concentrarsi sulla costa e nelle citta’. Ma non e’ un caso che la vita cittadina in Giappone sia molto avanzata. Tokyo, ad esempio, ospita piu’ di 30 milioni di cittadini ed e’ la piu’ grande citta’ del Mondo.

Il resto del mondo si sta urbanizzando sempre piu’, seguendo un po’ il modello del Giappone. Piu’ di meta’ dei 6,6 miliardi di abitanti del pianeta vive in citta’ ed entro il 2030 gli abitanti delle citta’ saranno 5 miliardi.

Ma qual’e’ il legame fra urbanizzazione e declino della popolazione? E come puo’ la scienza spiegare un fenomeno che sembra appartenere alla sociologia?

Nella biologia dell’evoluzione e’ ben noto che gli animali con piu’ risorse hanno piu’ discendenti. Quindi e’ difficile spiegare perche’ la fertilita’ dei Giapponesi sia in declino proprio adesso che sono diventati un Paese ricco.

Ma c’e’ una ragione.

Di solito, piu’ grande e’ un anumale, piu’ lenta e’ la sua crescita, piu’ lento e’ il suo metabolismo, piu’ a lungo esso vive e piu’ lentamente si riproduce. Per questo un topo cresce piu’ in fretta di un elefante, ha un metabolismo piu’ veloce, fa piu’ figli e muore prima.

Questa differenza e’ spiegata dalla teoria metabolica dell’ecologia. Gli animali piu’ grandi hanno una rete maggiore di vasi sanguigni che sono usati per trasportare nutrimento alle cellule. Quindi il trasferimento delle risore e’ meno efficiente negli animali piu’ grandi. E non solo nei grandi animali.

Piu’ grande e’ la rete di vasi sanguigni, piu’ inefficiente e’ il trasporto. Una citta’ e’ un sistema di reti e le grandi citta’, di cui Tokyo e’ regina, sono meno efficienti nell’utilizzare risorse.

Gli esseri umani usano circa 8.400 kilojoules di energia al giorno, che equivale a circa 100 watt al giorno. Questa e’ l’energia che usiamo allo stadio naturale, quella che utilizzeremmo se vivessimo ancora come uomini primitivi. Ma naturalmente, vivendo in citta’, le cose sono diverse.

Se si considerano gli usi aggiuntivi di energia, che essenzialmente provengono dal bruciare olio, gas e carbone, allora dobbiamo considerare che noi umani consumiamo circa 11,000 watts al giorno ciascuno.

Secondo Melanie Moses, del dipartimento di informatica dell’Universita’ del New Mexico, ogni essere umano dei paesi avanzati consuma energia sufficiente a sostenere un gorilla di 30.000 chili. Insomma, siamo tutti come King Kong nella foto!

King Kong ovviamente non esiste, ma se esistesse la teoria etabolica dell’ecologia prevede che un simile animale avrebbe meno di due figli a coppia, ed e’ proprio quello che vediamo oggi per gli esseri umani urbanizzati dei paesi avanzati. Siamo tutti King Kong!

Quello che sta avvenendo e’ che gli esseri umani si stanno urbanizzando e stanno “metabolizzando” petrolio, gas e carbone.

Per evolverci in maniera sostenibile e’ necessario che le nostre citta’ si dotino di infrastrutture decentralizzate, di energie rinnovabili dal vento e dal sole invece che dal petrolio. Le citta’ devono essere costruite in modo tale da ridurre i trasporti e le distanze e da migliorare l’efficienza energetica.

Se ci doteremo di tali infrastrutture saremo forse in grado di evitare la nostra estinzione, che e’ stato il triste destino a cui e’ andato incontro King Kong.

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Obama e i blog

Posted by janejacobs su febbraio 20, 2009

A una recente conferenza stampa il Presidente Obama ha scosso il mondo della stampa, della TV e della radio quando ha chiesto a Sam Stain di fargli la prima domanda. Sam Stein lavora per un blog: huffingtonpost.com. Ve lo immaginate un presidente del consiglio in Italia che apre una conferenza stampa con la domanda ad un corrispondente di beppegrillo.it?

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Oggi fallisce la Saab

Posted by janejacobs su febbraio 20, 2009

Oggi la Saab, storica casa automobilistica Svedese, portera’ i libri in tribunale e cerchera’ di negoziare una rinascita o una liquidazione con i propri creditori. Saab era posseduta dalla General Motors, il gigante americano in difficolta’. Saab e’ fallita dopo che il governo Svedese si era rifiutato di fornire aiuti statali.

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Futuro di siccita’ e mancanza di energia

Posted by janejacobs su febbraio 20, 2009

Nell’ultimo secolo il consumo di acqua potabile e’ cresciuto ad un tasso di due volte superiore al tasso di crescita della popolazione mondiale. Entro il 2025 secondo le Nazioni Unite, due miliardi di persone vivranno in regioni con scarsita’ d’acqua potabile.

 

L’acqua ricopre i tre quarti della superficie della terra, ma solo il 3% di essa e’ disponibile per l’uso degli esseri umani. L’agricoltura e’ l’utente primario di acqua potabile e rappresenta circa il 70% dell’uso totale. Un altro uso fondamentale dell’acqua e’ l’industria, in particolare l’industria energetica. Oggi il settore energetico usa l’8% dell’acqua potabile e piu’ del 40% dell’acqua potabile usata nei paesi sviluppati. L’energia e’ anche uno dei fattori primari per la catena del valore dell’acqua in quanto contribuisce al movimento dell’energia idrica e al trattamento dell’acqua.

 

Se andremo avanti cosi’ lo stress che subiranno le risorse di acqua potabile si tradurra’ in un bisogno di utilizzare l’acqua in maniera molto piu’ efficiente nella catena del valore dell’energia.

 

Se la paura di avere poca acqua e’ una paura globale, le soluzioni sono locali, poiche’ trasportare acqua per lunghe distanze non e’ economico. Tradurre queste paure globali in soluzioni locali richiede una ottima comprensione della relazione che c’e’ tra acqua ed energia. Nonostante il fatto che diverse tecnologie energetiche consumano diversi ammontari di acqua, nessuna energia e’ di per se’ buona o cattiva dal punto di vista dell’acqua; dipende tutto dal contesto locale. Tuttavia, i problemi dell’acqua impatteranno anche le scelte energetiche del futuro. Le societa’ energetiche dovranno rispondere sempre piu’ a come utilizzano l’acqua.

 

L’intero ciclo dell’energia richiede acqua per l’esrazione, la generazione e per la distribuzione di energia. L’uso di energia e la creazione di rifiuti dall’energia inoltre utilizza e contamina l’acqua. Nei paesi industriali uno deli usi magiori di acqua e’per il raffreddamento degli impianti di generazione elettrica. Con l’aumentare della scarsita’ d’acqua, iniziamo a vedere esempi di limitazione della produzione di energia  dovuta alla mancanza d’acqua. Ad esempio gli impanti nucleari sono stati chiusi varie volte a causa di mancanza d’acqua; ad esempio alcune tecnologie di raffreddamento sono state abbadonate perche’ danneggiavano ecosistemi marini o lacustri.

 

Spesso i legami tra acqua ed energia non sono compresi a sufficienza e sono scarsamente usati nelle politiche locali. Chi amministra le risorse energetiche ed idriche deve imparare a tenere conto della stretta relazione fra queste risorse. Altrmenti avremo sempre piu spesso a che fare con siccita’ e con tagli alla produzione di energia.

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Camicie di forza

Posted by janejacobs su febbraio 19, 2009

Ieri la Commissione Europea ha sanzionato alcune Nazioni Europee perche’ il loro deficit e’ troppo alto (piu’ del 3%). Le Nazioni sanzionate sono :

Irlanda

Grecia

Francia

Lettonia

Malta

Spagna

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Il cavaliere tedesco

Posted by janejacobs su febbraio 18, 2009

German Finance Minister Peer Steinbrück: He's been under fire, but now he's having a laugh.

Ieri il ministro delle finanze tedesco Peer Steinbrück ha affermato in una conferenza a Dusseldorf che un paio di Nazioni dell’Euro stanno incontrando grosse difficolta’ finanziarie e che e’ un dovere delle Nazioni piu’ forti dell’area Euro correre in loro aiuto.

 

Molti commentatori hanno ipotizzato che il ministro si riferisse in particolar modo all’Irlanda, una Nazione in grosse difficolta’ finanziarie dopo lo scoppio della sua enorme bolla speculativa immobiliare e finanziaria.

 

Steinbrück ha ricordato che il trattato di Maastricht con il quale si e’ creato l’Euro non prevede alcuna forma di solidarieta’ verso le Nazioni in bancarotta, ma ha detto che in pratica le Nazioni forti devono aiutare quelle deboli.

 

Una possibile soluzione sarebbe quella di far comperare titoli di Stato Irlandesi alla Banca Centrale Europea per evitare il fallimento di quella Nazione. Una simile soluzione, pero’, distruggerebbe il principio di indipendenza della Banca Centrale e porterebbe alla progresiva creazione di una Super Nazione che gravita sempre piu’ attorno a Berlino e Francoforte.

 

Ma poi, possiamo davvero immaginare che le Nazioni di Germania, Francia e Olanda, le nazioni forti dell’area Euro possano salvare oltre all’Irlanda le altre Nazioni deboli dell’area Euro se queste difficolta’ si presentassero tutte assieme?

 

Secondo i mercati finanziari, oggi i paesi piu’ in difficolta’ nell’Area Euro sono: Austria, Belgio, Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna.

Fonte: Reuters 

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Nuove relazioni USA-Italia

Posted by janejacobs su febbraio 17, 2009

 

Questa mattina gli Stati Uniti avrebbero minacciano di cancellare all’Italiana Finmeccanica un mega ordine di elicotteri per il presidente USA. Il valore della commessa e’ di svariati miliardi di dollari. L’ordine dei “super-elicotteri” risale al 2005.

 

Poi oggi gli USA sembrano fare marcia indietro e iniziano a dire che magari manterranno gli accordi presi con Finmeccanica se l’Italia si accollera’ un po’ di prigionieri di Guantanamo e se inviera’ qualche centinaio di soldati Italiani in Afghanistan.

Coincidenze?

 

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IVA

Posted by janejacobs su febbraio 17, 2009

 

L’IVA e’ una tassa sanguinaria che avvantaggia le multinazionali e dannegia le piccole imprese. Essa e’ obbligatoria per tutti i membri dell’Union Europea, ma la sua pecentuale varia da Nazione a Nazione. Come tutte le tasse, essa viene in ultima analisi pagata dai cittadini-consumatori, ma in questo caso viene presentata nella forma di tassa sulle vendite da parte dei produttori, raggiungendo il consumatore alla fine della catena del cosidetto valore aggiunto.

 

L’IVA funziona in modo tale per cui quando ogni produttore nella catena di produzione vende beni e servizi, egli aggiunge l’IVA al suo prezzo di vendita, ma prima sottrae da esso cio’ che ha pagato in IVA ai suoi fornitori. La differenza e’ quindi una tassa sul valore aggiunto durante le sue operazioni. Non importa quanti produttori sono coinvolti, il totale della tassa e’ una tassa aggregata sul valore aggiunto durante tutta la produzione del bene in questione. Ai governi nazionali piace l’IVA perche’ invece di aspettare che la ricchezza venga prodotta, essi possono requisirne una fetta gia’ durante il processo di produzione.

 

La tassa funziona in modo diverso a seconda che un bene sia prodotto in una grande impresa integrata che produce molti dei suoi beni internamente o che sia prodotto da molti produttori in simbiosi che vendono una moltitudine di beni per soddisfare i bisogni gli uni degli altri.

 

Nel primo caso, la tassa non figura nelle transazioni interne all’impresa. Nel secondo caso, essa entra in gioco costantemente attraverso il processo di produzione e deve essere finanziata a spese del processo di produzione stesso. 

 

Alcuni possono forse vedere l’IVA come una tassa di poco conto, ma senz’altro questa tassa va a vantaggio delle grandi multinazionali che riescono ad evadere l’IVA attraverso transazioni interne, penalizzando il processo di produzione simbiotica e la distribuzione della ricchezza e la diversificazione dell’economia. L’IVA e’ un’arma contro l’economia delle citta’. Ogni altra forma di tassa sulle vendite sui produttori di beni e sevrizi finisce per sortire lo stesso effetto.

Conitnua…

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