Flanders e soci
Anche se la vita economica sembra scivolare verso il declino, le citta’ spesso riescono a trovare nuove opportunita’ per generare cambiamento e sviluppo. Storicamente, Boston e’ stata una citta’ creativa per almeno due secoli, ma all’inizio del ventesimo secolo era in una fase di stagnazione. Le fortune dei produttori storici di tessuti, calzature e ferrovie erano collegate a fondi che investivano in aziende che ormai producevano in altre citta’ e Boston era divenuta una citta’ che esportava capitali, non una citta’ che utilizzava il proprio capitale per sviluppare la propria produzione locale.
Naturalmente, questo porto’ alla progressiva perdita di lavoro per le esportazioni e non generava nuove esportazioni per compensare quelle che perdeva. Mentre l’economia di Boston si affievoliva e declinava allo stesso modo si affievoliva anche quella della sua area metropolitana. La spiegazione era che le forze economiche in gioco erano fuori il controllo dell’area e della citta’ di Boston: lavoro a basso costo in altre citta’ del Sud degli Stati Uniti, come la Georgia di Henry Grady, la competizione straniera e il declino di particolari settori industriali.
Un uomo, tuttavia, era di un’opinione diversa e fortunatamente era nella posizione di poter prendere decisioni utili per la sua citta’. Ralph Flanders riteneva che il problema di Boston fosse il basso tasso di natalita’ di nuove imprese. Egli persuase un gruppo di facoltosi colleghi di accettare il suo punto di vista e nel 1946 essi formarono una societa’ di venture capital per sviluppare nuove imprese. L’obiettivo era di investre in piccole imprese basate a Boston. A questo fine Flanders ed i suoi colleghi raccolsero 4 milioni di dollari, che equivalgono a circa cento milioni di dollari di oggi.
Oltre a migliorare il tasso di nascita di nuove imprese a Boston, Flanders ed i suoi colleghi non avevano nessuna idea preconcetta su cio’ che le nuove imprese avrebbero dovuto fare. E l’ultima cosa che avrebbero pensato sarebbe stata quella di creare un polo di alta tecnologia, un concetto che allora non esisteva, ma che finirono per contribuire a creare con il loro fondo. Anche se le universita’ di Boston producevano una grande quantita’ di scienziati e ingegneri, l’industria dell’area era obsoleta e non aveva posto per gli scienziati, in quanto erano antiquate e arretrate. Inoltre a quel tempo gli scienziati di solito finivano per andare ad insegnare nelle universita’ o venivano impiegati in grandi multinazionali come la Du Pont o la Kodak. Gli scienziati-imprenditori erano estremamente rari, e i banchieri pensavano che gli scienziati fossero bravi a ragionare nelle loro torri d’avorio, ma che non fossero dotati di senso degli affari.
Tuttavia, accadde che le prime risorse del fondo di Flanders andassero proprio a tre scienziati che avevano iniziato una piccola impresa ad alta tecnologia usando i loro risparmi e quelli delle loro famiglie. Essi non potevano continuare la loro impresa senza ulteriori finanziamenti e stavano per chiudere perche’ i banchieri di Boston e di New York non volevano fornire ulteriori capitali. Il gruppo di Flanders, la loro ultima speranza, decise di investire nella loro impresa e in seguito in altre imprese simili nel campo dell’alta tecnologia.
Le imprese che finanziarono iniziarono a moltiplicarsi: vari dipendenti iniziarono a licenziarsi dalle grandi multinazionali e iniziarono a fondare piccole imprese. Da questa base, dopo varie diversificazioni e diramazioni, e dopo che si venne a creare una filiera di materiali, strumenti, attrezzi e servizi che aiutavano lo sviluppo di tali imprese, Boston e la sua economia ne risultarono ringiovanite. Oggi Boston ha una delle economie piu’ floride degli Stati Uniti. Cio’ che accadde a Boston porta con se importanti lezioni.
Primo, le citta’ sono in grado di rifiorire se le loro economie vengono corrette. Raramente la storia ci racconta di citta’ stagnanti in grado di rifiorire; ma questo e’ perche’ le economie raramente vengono corrette in maniera appropriata come e’ accaduto a Boston.
Secondo, le economie cittadine che non si correggono da sole possono esere aiutate se l’aiuto e’ davvero appropriato.
Terzo, una correzione appropriata dipende della creativita’ in qualunque forma possa apparire in una data citta’ in un dato periodo storico o presente. E’ impossibile sapere in anticipo cosa possa accadere in futuro, ma la creativita’ porta con se risposte appropriate oltre che inattese. Un’altra citta’ che tenti di replicare cio’ che Flanders ed il suo gruppo hanno realizzato, paradossalmente non potrebbe duplicarlo oggi perche’ gli eventi a Boston accaddero in passato, in particolari circostanze storiche e sociali e tali circostanze non sono presenti in tutte le citta’ ed in tutte le epoche. Tutto cio’ che si puo’ ripetere e’ il processo di cambiamento aperto, che cerca opportunita’ ovunque esse si possano presentare e ovunque esse portino. Questo cambiamento e’ diametralmente opposto al porre fede in soluzioni pre-confezionate, come fa la gente quando la loro idea di aiutare le economie cittadine e’ quella di attirare trapianti industriali da altre citta’, di attirare contratti militari o di inventarsi progetti solo allo scopo di attirare fondi pubblici. Lo stile o la forma in cui Flanders ed il suo gruppo hanno operato era in parte alla ricerca di risultati sostanziali.
La rinascita di Boston e’ durata per qualche tempo, me e’ anche limitata in quanto una rinascita puo’ arrestare un declino solo se continua a rigenerarsi. Di volta in volta, gli ingegneri e gli scienziati tengono convegni, spesso a Boston, dove presentano le idee che hanno sviluppato. Spesso tali idee sono appropriate alla risoluzione di problemi pratici. Ma la maggior parte di queste idee non sono mai state provate, ne’ tanto me no iniettate nella vita economica quotidiana. Lo stesso e’ vero per molti progressi che sono gia’ stati provati e messi in produzione, ma che poi non funzionano dal punto di vista economico. Negli Stati Uniti, nuovi tipi di equipaggiamento per proteggere i pompieri da ustioni, dai traumi e dalla morte sono stati a lungo disponibili, ma non sono stati usati. Poche citta’ americane se li potevano permettere. L’America non e’ piu’ un Paese che mette nuovi prodotti come questi in uso non appena arrivano sul mercato. Anche se nuovi prodotti sono sostenibili dal punto di vita economico perche’ ad esempio riducono il numero dei pompieri che servono a spegnere gli incendi, non si mettono in uso perche’ altrimenti non si saprebbe cosa far fare ai pompieri.
Fatti come questi ci dicono che le limitazioni dei casi di rigenerazione economica. Fintanto che si diminuisce il processo di rimpiazzo delle importazioni, il mercato delle innovazioni va in declino ed esse vengono presto dimenticate. Invece di questi mercati, anche le citta’ creative come Boston devono dipendere da transazioni del declino, almeno in parte, Boston, ad esempio, ora dipende in parte dalla produzione militare.
Continua…