Le cittá sono la ricchezza delle nazioni

Un nuovo modo di vedere l’economia

Archive for novembre 2008

Disparita’ Giapponesi

Posted by janejacobs su novembre 26, 2008

Kagoshima, la Napoli del Giappone
Anche se il Giappone e’ una nzione ricca, e’ afflitta da ineguaglianze fra diverse regioni. Il Giappone centrale possiede citta’ creative in grado di rimpiazzare le importazioni e le loro aree metropolitane con economie ben diversificate come quella di Shinohata . Tuttavia, le cose vanno diversamente per le isole del Nord e del Sud del Giappone, che formano una larga parte del Paese, contengono una larga percentuale delle popolazione e sono piene di villaggi, paesi e anche di alcune citta’. Queste citta’ periferiche sono diverse dalle citta’ del Giappone centrale. Esse non sono state in grado di rimpiazzare gran parte delle importazioni, che provengono principalmente dal Giappone centrale. Poiche’ non hanno citta’ in grado di rimpiazzare le importazioni, esse non hanno generato aree metropolitane. Ne segue che queste regioni periferiche non producono vaste e diversificate gamme di beni per i propri produttori, consumatori o per i produttori e consumatori di altre citta’. Quindi, non spingendosi ad acquistare nuove importazioni mentre non se ne rimpiazzano ampie porzioni di quelle vecchie, queste regioni periferiche sono mercati poso importanti per le esportazioni innovative del Giappone centrale.
Queste sono le regioni del paese che (sorpresa!) pressano il governo centrale per mantenere tariffe nazionali sui beni agricoli. Le economie dei paesi e dei villaggi sono molto meno complesse, diversificate e ramificate di quella della piccola Shinohata. Anche l’agricoltura su queste isole e’ meno diversificata perche’ manca loro il commercio con citta’ in grado di rimpiazzare le importazioni, che sono sempre alla ricerca di nuovi prodotti e nuovi metodi per produrli.

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L’economia dell’impero britannico

Posted by janejacobs su novembre 25, 2008

 

La Gran Bretagna e’ entrata piu’ tardi nel’Unione Europea, e non aveva il potere di modificare i principi su cui esa si fondava (gli aiuti agricoli alla Francia), ma capi’ che la Comunita’ Europea avrebbe aiutato altre regioni sottosviluppate. Pertanto i Britannici non beneficiavano come la Francia dagli aiuti agricoli, ne’ competevano con la Germania per il primato industriale. Essi pagavano larghe somme alla Comunita’ Europea anche se i loro redditi erano inferiori alla media Europea. Naturalmente, le citta’ Britanniche volevano modificare queste regole. Volevano una riduzione del budget della comunita’ Europea speso in sussidi agricoli alla Francia. Per questo la Gran Bretagna fu sempre “Euroscettica” e cerco’ di bloccare ogni processo di ulteriore integrazione Europea, perche’ vedeva la Francia avvantaggiarsi sempre di piu’ dall’integrazione a suo svantaggio. I residui dei due grandi imperi Europei si contendono i sussidi dell’Unione Europea. Questo e’ il destino degli Imperi di Francia e della Gran Bretagna: una contesa sulle transazioni del declino.

 

Oggi la vita economica delle nazioni dipede in gran parte da sussidi economici; sul commercio tra citta’ avanzate e aree sottosviluppate che sottraggono risorse alle citta’ avanzate e paralizzano le aree sottosviluppate; su vasti sussidi alla produzione militare continua; e su modificazioni eccessive ed innaturali delle economie agricole. Sembra che non ci sia modo di interrompere la spirale di arretratezza che genera la trappola della recessione e del sottosviluppo con cui oggi, cosi’ tante persone, cosi’ tante imprese e cosi’ tanti governi e citta’ un tempo vigorose devono convivere.

 

Le transazioni del declino non sono state adottate per mancanza di interesse sullo sviluppo economico o perche’ i governi accettano di buon grado la poverta’ e stagnazione. Al contrario, tali trnsazioni sono predisposte proprio per aiutare lo sviluppo economico e sconfiggere la poverta’. E’ per ragioni di sviuppo economico che le citta’ povere e le imprese competono per vincere appalti di produzioni belliche. Il diavolo trova lavoro nelle mani dei pigri. Le transazioni del declino, anche se paiono voler sconfiggere la poverta’ e la disuguaglianza non sono rimedi per la stagnazione e non risolvono i problemi della poverta’, ma sono sussidi imperialisti che vanno ad avvantaggiare solo la carriera politica di coloro che decidono l’erogazione di tali fondi. 

 

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L’economia dell’impero francese

Posted by janejacobs su novembre 25, 2008

L’impero Francese e l’impero Britannico sono crollati atraverso simili transazioni del declino. Ma la Francia e’ stata in grado, per un certo periodo, di guadagnare tempo con un espediente interessante e probabilmente mai tentato prima. La Francia non ha citta’ regione (ad eccezione di Parigi), essa e’ principalmente costituita di regioni agricole fornitrici di materie prime. Tali regioni sarebbero estremamente povere se non fosse per i generosi sussidi agricoli dell’Unione Europea. Le citta’ Tedesche, Olandesi, le citta’ del Nord Italia, del Belgio, della Danimarca e del’Inghilterra hanno aiutate per decenni le citta’ agricole Francesi con una generosita’ impareggiabile per le citta’ Francesi, soprattutto per il fatto che le citta’ Francesi hanno una economia arretrata e stagnante (ad eccezione di Parigi) e questo e’ il motivo per cui la Francia non ha molte aree metropolitane. In effetti, la Francia ha trovato una variante dell’Impero Romano dal momento che, in qualita’ di nazione, raccoglie fondi da altre economia avanzate come quella Francese o anche piu’ avanzate. Per quanto sofisticato ed intricato sia il patto fra Francia e citta’ Europee, la sostanza e’ che spreme i guadagni delle citta’, deprime il commercio fra citta’ avanzate a vantaggio di sussidi che vengono ricevuti dalle zone arretrate della Francia rurale, e sottrae la produzione al processo di rimpiazzo delle importazioni a svantaggio delle citta’ Europee.

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L’economia dell’impero americano

Posted by janejacobs su novembre 25, 2008

Gli Stati Uniti hanno spremuto a fondo le loro citta’ e le loro aree metropolitane forse ancora piu’ dell’Unione Sovietica, perche’ le citta’ Americane erano piu’ numerose e ricche di quelle Sovietiche. Oltre ad essere coinvolte nella lotta agli armamenti, le citta’ americane hanno contribuito in maniera enorme alle pensioni americane (che nel giro di qualche anno porteranno gli Stati Uniti alla bancarotta a meno che non si faccia una riforma radicale) e ai vari sussidi assistenziali. I prestiti all’estero, sia che fossero pubblici o privati, hanno promosso il commercio fra citta’ avanzate e citta’ arretrate e quando i prestiti non erano sufficienti, si erogavano contributi a fondo perduto. Le multinazionali Americane e straniere hanno promosso la ricollocazione dei loro impianti industriali, che il piu’ delle volte non hanno dato i frutti sperati. La sottrazione di risorse alle citta’ ha lentamente portato ad una situazione di decadenza. I cervelli e le competenze dei lavoratori americani non si sono vaporizzati, ma il contesto in cui le citta’ Americane potevano espendersi e svilupparsi e’ stato vincolato.

 

Ad esempio le citta’ degli Stati Uniti del Sud hanno un’economia basata su transazioni del declino. Fra queste:

·          lavoro militare

·          beni e servizi destinati al commercio con citta’ arretrate

·          lavoro cittadino che va a finanziare i sussidi alle regioni agricole del Sud

·          pensioni di vecchiaia.

 

Le citta’ del Sud degli Stati Uniti sono state finanziate attraverso la spremitura dei guadagni di citta’ piu’ vecchie. In effetti, un insieme di citta’ e’ stato spremuto per sviluppare un altro insieme di citta’. La prosperita’ delle citta’ del Sud degli Stati Uniti non e’ un’aggiunta alla prosperita’ Americana, perche’ il loro sviluppo non e’ frutto di un processo organico e dinamico. Ora che molte delle citta’ piu’ vecchie degli Stati Uniti sono in declino e hanno bisogno di esse stesse di sussidi per andare avanti e contenere le pressioni sociali di una popolazione impoverita, le transazioni del declino, in un modo piuttosto ironico e buffo, devono avvenire in senso contrario. Cioe’, gli Stati del Sud devono inviare sussidi alle vecchie citta’ del Nord. I guadagni delle citta’ del Sud vengono pertanto spesi per la causa di nuove transazioni del declino: e tuttavia devono supportare queste transazioni – il lavoro militare, i sussidi, il commercio fra citta’ avanzate ed arretrate – o altrimenti perdere la loro ragione economica di esistere. Le transazioni del declino sono trappole molto complesse ed efficaci.

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L’economia dell’impero sovietico

Posted by janejacobs su novembre 25, 2008

Sin dall’inizio governo Sovietico e’ stato un vorace divoratore dei guadagni delle sue citta’ ed ha convertito questi guadagni in una forma di capitale stravagante e inefficace fornendo sussidi all’agricoltura laddove l’agricoltura non era produttiva e sussidi alle industrie in zone agricole. Quest’economia stravagante e forzata era quella dei piani quinquennali decisi a tavolino e messi in atto grazie a programmi di sussidi nazionali. I piani quinquennali erano anche incentrati sulla produzione continua di armi per aiutare le forze di polizia Sovietiche nei suoi domini e per difendere i suoi enormi confini da una possibile invastione degli Stati Uniti. Pochissime risorse sono state risparmiate prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale per il commercio fra citta’ e pochissime risorse sono rimaste alle citta’ per rimpiazzare le importazioni. Quando l’Unione Sovietica prese il controllo di Danzica, Varsavia, Cracovia, Praga, Bratislava, Budapest, parte di Berlino e altre citta’ della Germania Orientale, acquisto’ altre fonti di guadagni cittadini che uso’ per gestire il declino dell’impero sovietico. Il principale scambio di queste citta’ divenne il lavoro di esportazione destinato a zone inerti dell’Unione Sovietica. Il risultato fu l’atrofizzazione economica di queste citta’.

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I piu’ grandi produttori di auto mondiali

Posted by janejacobs su novembre 24, 2008

Nome Sito web Valuta Vendite Debito Valore in borsa
VOLKSWAGEN AG www.volkswagen-ir.de EUR        108,897        41,265        102,213,400,000
TOYOTA MOTOR CORP www.toyota.co.jp/en/index.html JPY   26,289,240   9,904,553   10,619,830,000,000
HONDA MOTOR CO LTD www.honda.co.jp/english JPY   12,002,830   3,343,915     3,576,081,000,000
DAIMLER AG-REGISTERED SHARES www.daimler.com EUR          99,399        42,868          20,139,960,000
AUDI AG www.audi.de EUR          33,617         7,542          15,415,930,000
NISSAN MOTOR CO LTD global.nissan.co.jp/index_e.html JPY   10,824,240   4,146,716     1,568,688,000,000
BAYERISCHE MOTOREN WERKE AG www.bmw.com EUR          56,018        37,906          11,939,980,000
PORSCHE AUTOMOBIL HLDG-PFD www.porsche.com EUR            7,466          2,720            8,396,500,000
MITSUBISHI MOTORS CORP www.mitsubishi-motors.co.jp/ JPY     2,682,103         7,742        764,230,100,000
FIAT SPA www.fiatgroup.com EUR          58,529        11,187            5,950,529,000
SUZUKI MOTOR CORP www.suzuki.co.jp JPY     3,502,419       24,776        681,022,100,000
HYUNDAI MOTOR CO worldwide.hyundai-motor.com KRW   30,489,130 – 2,618,041     8,794,952,000,000
SAIC MOTOR CORPORATION LTD-A www.china-sa.com CNY        103,680         1,722          36,096,170,000
RENAULT SA www.renault.com EUR          40,682        22,166            4,385,182,000
PEUGEOT SA www.psa.fr EUR          60,613        19,994            2,941,993,000
DAIHATSU MOTOR CO LTD www.daihatsu.com JPY     1,702,492      144,847        321,196,500,000
MARUTI SUZUKI INDIA LTD www.marutiudyog.com INR        180,208         1,918        147,921,900,000
HERO HONDA MOTORS LIMITED www.herohonda.com INR        103,318       23,015        145,372,900,000

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Il collasso dell’auto made in USA

Posted by janejacobs su novembre 23, 2008

La General Motors ha trascorso buona parte degli ultimi 60 anni a corrompere i politici di Washington per tenere basse le tasse sul petrolio e bassi gli standard di emissioni inquinanti per le auto USA. Con l’aiuto dei politici, General Motors e gli altri produttori di auto USA sono riusciti a produrre macchine enormi e inquinanti che oggi nessuno vuole piu’ compare.

Le vendite delle auto made in USA sono oggi allo stesso livello del 1983.

L’unico modo per salvare l’industria dell’auto USA ed il suo indotto e’ di continuare a fare in modo che il governo americano fornisca aiuti pubblici. Una forma di privatizzazione dei guadagni e collettivizzazione delle perdite che, dopo le banche, sta interessando il settore dell’auto. E’ il nuovo socialismo USA.

Il video qui sotto, prodotto dalla General Motors (GM), fa appello alla paura degli americani per invocare nuovi aiuti pubblici. Ma dov’erano i manager della General Motors negli ultimi 25 anni?

Qui sotto c’e’ l’opinione sull’industria delle auto in USA di Michael Moore, famoso documentarista Americano, il cui padre faceva l’operaio alla General Motors.

Qui sotto un video che mostra un giornale locale di una contea vicino a Detroit con una lista di 137 pagine (137!!!) di case ripossedute dalle banche. E questo prima che si consumi il fallimento delle tre grandi case automobilistiche USA, GM, Ford e Chrysler.

Per concludere, una telecamera riprende un percorso in auto a Detroit, dalla periferia al centro. Il sogno di una grande citta’ americana infranto dietro l’avidita’ e l’ignoranza. Sara’ Detroit l’ultima grande citta’ Americana ad autodissolversi?

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Tipologie di impero

Posted by janejacobs su novembre 23, 2008

Da un punto di vista economico ci sono due tipi di imperi, l’impero di tipo Romano e l’impero di tipo Britannico.
Nel modello Britannico il potere imperiale si concentra quasi esclusivamente nel vincere e mantenere il controllo di economie piu’ arretrate di quella della madre patria. Questo e’ il modello di impero che ebbero gli Inglesi, dapprima essi conquistarono e guadagnarono il possesso di Galles, Scozia e Irlanda e poi aumentarono i loro possedimenti in altre terre piu’ lontane. Le conquiste di altre potenze europee in Asia, Africa, America e Medio Oriente erano fatte in base a questo modello. I regni conquistati erano piu’ arretrati economicamente della madre patria Inglese. Questo e’ anche il modello seguito dall’impero Americano dopo le conqueste dei territori messicani, o nella guerra civile Americana quando gli Stati Avanzati del Nord sconfissero gli Stati Arretrati del Sud, le conquiste di frammenti dell’ Impero Spagnolo nei Caraibi e nel Pacifico, e nelle conquiste in Vietnam ed Iraq.
Il modello Romano di imperialismo si espanse in economie arretrate, ma incorporo’ e domino’ anche economie avanzate come la sua, o addirittura piu’ avanzate. Questo e’ cio’ che Roma fece durante la sua espansione nel Mediterraneo. E questo e’ cio’ che Ferdinando ed Isabella di Spagna fecero nell’espandere il loro dominio nelle regioni Musulmane dell’Iberia che erano piu’ avanzate di quelle Cristiane di Castiglia ed Aragona. Lo Stato fondatore dell’impero Cinese, il Ch’in, conquisto’ molti stati economicamente piu’ avanzati delle proprie citta’, un processo ripetuto molte volte nella storia Cinese quando la grande massa dell’impero si aggrego’ e si sfaldo’ in un continuo processo di iterazioni. Quando la Russia si espanse verso la Siberia durante il diciannovesimo secolo segui’ il modello inglese, ma quando si espanse in Germania Orientale, nelle piccole repubbliche baltiche, in Cecoslovacchia ed in Ungheria, stava impiegando il modello Romano, queste economie, specialmente quelle della Cecoslovacchia e della Germania Orientale, erano piu’ avanzate di quella Russa.
L’imperialismo di stampo Britannico o Romano prosciuga le citta’ attraverso transazioni del declino, e la differenza principale fra questi due tipi di imperi e’ che il modello imperialista Romano, puo’ perdurare piu’ a lungo in una situazione di declino perche’ acquisisce citta’ piu’ avanzate (oltre a quelle piu’ arretrate) di quelle delle madre patria, mentre il modello Britannico dura meno in quanto acquisisce economie e citta’ piu’ arretrate. Ma ad ogni modo, le citta’ imperiali sono dissanguate per gli interessi del manetnimento del potre imperiale.

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Il declino dell’Impero Britannico

Posted by janejacobs su novembre 23, 2008

Le transazioni del declino sono transazioni assolutamente necessarie agli imperi. Consideriamo, ad esempio, i tipi di transazioni che sono avvenute nel corso dell’impero Britannico senza le quali l’impero Britannico non si sarebbe mai formato. Tali transazioni sono simili a quelle avvenute in precedenza negli imperi della Turchia, della Spagna, del Portogallo, della Francia e di molti altri imperi in varie epoche storiche.
 
Durante il periodo dell’espansione Britannica, l’Inghilterra investiva continuamente soldi pubblici e privati per conquistare e per formare regioni fornitrici di beni primari attorno al mondo. L’Inghilterra esportava nelle economie arretrate ricevando in cambio denaro, ma poi le sue citta’ progressivamente smisero di rimpiazzare le importazioni, perche’ non importavano altro che materie prime dalle colonie e per decenni rimanevano al di fuori degli scambi commerciali con altre citta’ avanzate.
 
Per mantenere il suo status politico ed economico, la Gran Bretagna doveva mantenere legioni e guarnigioni in tutto il mondo, produrre armi e ogni genere di forniture per i  suoi militari, e costruire e sostenere la piu’ grande flotta navale al mondo. Moltissime citta’ Britanniche si dedicavano alla produzione militare.
 
Le citta’ Britanniche, col passare del tempo, vivevano di esportazioni verso regioni dell’impero piccole, dipendenti e arretrate, mentre commerciavano sempre meno con le altre citta’ avanzate. Le citta’ Inglesi che avevano creato la rivoluzione industriale nel XVIII secolo, quindi divennero asservite agli interessi commerciali dell’impero e di Londra. Ma proprio quest’asservimento all’impero fini’ per atrofizzarle le industrie britanniche e le citta’ Britanniche divennero sempre piu’ obsolete, le innovazioni diminuirono notevolmente, e la loro abilita’ di servire clienti esigenti e ricchi gradualmente svani’.
 
Tutta la ricchezza delle Indie non poteva compensare la stagflazione ed il declino economico delle citta’ della Gran Bretagna. Ma la stagnazione ed il declino erano intrinseci nella transazione necessaria per vincere, mantenere e sfruttare la ricchezza delle Indie. Ammettiamo che la Gran Bretagna fosse stata piu’ generosa con il suo impero, fornendo sussidi, prestiti per promuovere ed intensificare il commercio tra citta’ del Comonwealth avanzate e arretrate e fornendo sussidi assistenziali alle regioni povere. Se il governo dell’impero Britannico si fosse comportato in questo modo, l’impero sarebbe caduto in rovina prima del 1900.

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Sviluppo e debito

Posted by janejacobs su novembre 23, 2008

I sofisticati beni prodotti nelle citta’, quando vengono esportati in citta’ piu’ arretrate non generano ricchezza perche’ le citta’ arretrate non sono in grado di rimpiazare le importazioni. Come abbiamo visto, la differenza fra i beni sofisticati ed i beni rozzi prodotti dalle citta’ arretrate talvolta e’ troppo grande ed e’ per questo che le citta’ arretrate, per svilupparsi, hanno bisogno di commerciare con altre citta’ arretrate.
 
I beni manifatturieri che in tutta la loro varieta’ e quantita’ sono entrati a Montevideo non erano utili al processo di rimpiazzo delle importazioni, perche’ finivano per essere consumati in regioni agricole.
 
Quando il commercio tra citta’ avanzate e arretrate di questo tipo non genera il rimpiazzo delle importazioni, come nel caso della storia dell’Uruguay, o nel caso degli acquisti da parte dello Scia’ di Persia, allora queste transazioni finiscono per prosciugare le risorse le citta’ arretrate. Le citta’ avanzate ottengono lana, cuoio, olio, risorse agricole, che in alcuni casi possono essere rimpiazzate, mentre le citta’ arretrate ottengono beni di cui non sanno generare sostituti.
 
Tuttavia, quando il commercio tra citta’ avanzate e citta’ arretrate e’ mantenuto in piedi con lo strumento del debito, anche le citta’ avanzate vengono prosciugate. Se i prestiti, anche quelli che vengono ripagati, vengono continuamente rinnovati, nell’interesse di continuare il commercio fra citta’ avanzate ed arretrate, le citta’ che generano il finanziamento, vengono continuamente prosciugate. Quando i prestiti diventano irripagabili, o quando il commercio e’ garantito da fideiussioni, le transazioni diventano sussidi asistenziali.
 
I guadagni delle citta’ avanzate vengono deviati a regioni inerti. Il commercio fra citta’ avanzate e citta’ arretrate che dipende dal debito (largamente irripagabile) o dai sussidi e’ un fattore rilevante per il commercio mondiale. A meta’ degli anni ’80 i prestiti USA al Brasile e al Messico uguagliavano il 95% del capitale delle nove maggiori banche USA. Naturalmente, questo non voleva dire che le nove maggiori banche USA prestassero solo a Brasile e Messico, ma e’ sufficiente a causare la bancarotta se i prestiti non vengono ripagati anziche’ venire rinnovati ininterrottamente. Se aggiungiamo i  numerosi prestiti USA per promuovere il commercio in Argentina, Cile, Filippine, Venezuela, Spagna. Polonia, si inizia a capire davanti a quale chimera ci troviamo. Anche l’Europa, il Canada, il Giappone, e la Russia finanziano il commercio fra citta’ avanzate e citta’ arretrate per favorire le vendite delle proprie industrie; ed il Fondo Monetario Internazionale e le Banca Mondiale, con la scusa di aiutare i paesi poveri sono i servitori (piu’ o meno consapevolmente) delle multinazionali delle nazioni ricche. Tali transazioni sono tipiche transazioni del declino.

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Stephen Malkmus & the Jicks, Hopscotch Willie

Posted by janejacobs su novembre 16, 2008

Questi mi ricordano i Doors. Dall’album Real Emotional Trash uscito qualche mese fa. Segue il testo.

Hopscotch Willie swore he was framed
He was a mark not a killer so he declaimed
It was a classic example of a fall guy

Facts all point to a skinny white ass
He had the motive and the means and a weapon to match
And if he managed to escape the long arms of the law I will be shocked
Because I know that he is going down

The dick said to Willie
You’re in the clink
So save the pity party for the county shrink
I’m sure he’ll find some profound parallels to mine

You can’t blame me for my guilty face
It was a gift from my mother my father
In place of all the love they should have given
They just left me with this dirty DNA that makes you think I’m the one you want

Do a little hopscotch
Do a little hopscotch
Do a little hopscotch
Willie hopscotch
Do a little hopscotch
Willie hopscotch
Do a little Willie hopscotch
Willie hopscotch
Do a little hopscotch
Willie hopscotch
Do a Willie Willie hopscotch
Willie hopscotch
Do a little hopscotch
Willie hopscotch
Do a little Willie hopscotch
Willie Willie Hopscotch Willie

This all went down not far away
Just a weak stone’s throw from Sheep’s Head Bay
A corpse was found in pieces underneath the pier

Willie was found not far from the scene
He was panting like a pit-bull minus the mean
He was panting like a pit-bull
Panting like a pit-bull
Panting like a pit-bull
Panting like a pit-bull

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Miriam Makeba, Khawuleza

Posted by janejacobs su novembre 15, 2008

Nel video qui sotto Miriam Makeba canta la disperazione dei neri confinati nelle riserve attorno alle citta’ Sudafricane ed esposti ai soprusi della polizia del regime razzista Sudafricano. Un regime che l’ha condannata a 30 anni di esilio, ma che alla fine e’ stato sconfitto. Anche grazie a lei.

Su Miriam Makeba segnalo i messaggi di condoglianze di Roberto SavianoMaurizio Braucci, euromusica, chartitalia, e rockspolitik.

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I Comuni bocciano il federalismo di Calderoli

Posted by janejacobs su novembre 15, 2008

Leonardo Domenici 
    I rappresentanti dei Comuni Italiani hanno bocciato il disegno di legge di Calderoli sul federalismo fiscale nel corso del convegno ‘Federalismo fiscale: dalla parte dei comuni’.
   “Le Regioni sanno cosa fare e su quali finanziamenti possono contare, mentre i Comuni no“, ha osservato Leonardo Domenici, presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, il quale ha ricordato che ‘i Comuni hanno problemi enormi a mantenere i bilanci in pareggio‘.    
   
    Il presidente dell’Associazione dei comuni italiani ha suggerito di reintrodurre l’Ici prevedendone la detrazione dall’Irpef per quanto riguarda la prima casa, consentendo in questo modo uno sgravio ai cittadini, ma lasciando risorse certe ai Comuni che continuerebbero cosi’ ad incassare l’imposta sugli immobili.
 
‘Quando si sbaglia – ha sottolineato Domenici riferendosi all’eliminazione dell’Ici – e’ meglio correggersi‘.
 
    Molto critico il sindaco di Genova, Marta Vincenzi: ‘La proposta Calderoli sul federalismo fiscale e’ debole, sia perche’ non si accompagna al federalismo istituzionale sia perche’ non comprende un’unica idea di federalismo’. Secondo il primo cittadino di Genova ‘e’ sulla leva fiscale come modello di sviluppo che si deve costruire il federalismo fiscale; i Comuni devono poter fare proprie politiche fiscali, devono poter fissare quote di fiscalita’ da gestire: questo sarebbe stato il vero salto’.    
 
 ‘Se i tributi dei Comuni  continuano ad essere stabiliti dallo Stato, le amministrazioni comunali si trovano solo a poter applicare meccanismi gia’ stabiliti altrove‘.
 
    Per il sindaco di Padova, i tempi delineati dal ddl in discussione al Senato sono troppo lunghi. Anche il sindaco di Piacenza, Roberto Reggi, si e’ detto preoccupato per i tempi lunghi di attuazione della delega sul federalismo fiscale: ‘Non possiamo metterci in congelatore per due anni e aver perso l’unica leva fiscale, l’Ici, senza avere nulla in cambio’.
 
Intando Fini e d’Alema pensano alla Bicamerale sul Federalismo. Non e’ un po’ tardi?
   
Sulla storia dei Comuni cliccare quiSul perche’ le Citta’ e i comuni sono la ricchezza delle nazioni cliccare qui, qui e qui.
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Eminem, Lose yourself

Posted by janejacobs su novembre 14, 2008

Combattere la poverta’ con la musica, la poesia. Questo canta Eminem in Lose yourself. Segue il testo.

Look, if you had one shot, or one opportunity
To seize everything you ever wanted-One moment
Would you capture it or just let it slip?

Yo, His palms are sweaty, knees weak, arms are heavy
There’s vomit on his sweater already, mom’s spaghetti
He’s nervous, but on the surface he looks calm and ready
To drop bombs, but he keeps on forgetting
What he wrote down, the whole crowd grows so loud
He opens his mouth, but the words won’t come out
He’s chokin, how everybody’s jokin now
The clock’s run out, time’s up over, bloah!
Snap back to reality, Oh there goes gravity
Oh, there goes Rabbit, he choked
He’s so mad, but he won’t give up that easy
No, he won’t have it , he knows his whole back city’s ropes
It don’t matter, he’s dope
He knows that, but he’s broke
He’s so stagnant that he knows
When he goes back to his mobile home, that’s when it’s
Back to the lab again yo
This whole rapsody
He better go capture this moment and hope it don’t pass on him

You better lose yourself in the music, the moment
You want it, you better never let it go
You only get one shot, do not miss your chance to blow
This opportunity comes once in a lifetime yo,

You better lose yourself in the music, the moment
You want it, you better never let it go
You only get one shot, do not miss your chance to blow
This opportunity comes once in a lifetime you better,

His soul’s escaping, through this hole that it’s gaping
This world is mine for the taking
Make me king, as we move toward a, new world order
A normal life is borin, but superstardom’s close to post mortom
It only grows harder, only grows hotter
He blows us all over these hoes is all on him
Coast to coast shows, he’s known as the globetrotter
Lonely roads, God only knows
He’s grown farther from home, he’s no father
He goes home and barely knows his own daughter
But hold your nose cause here goes the cold water
These ho’s don’t want him no mo, he’s cold product
They moved on to the next schmoe who flows
He nose dove and sold nada
So the soap opera is told and unfolds
I suppose its old partner, but the beat goes on
Da da dum da dum da da da da

You better lose yourself in the music, the moment
You want it, you better never let it go
You only get one shot, do not miss your chance to blow
This opportunity comes once in a lifetime yo,

You better lose yourself in the music, the moment
You want it, you better never let it go
You only get one shot, do not miss your chance to blow
This opportunity comes once in a lifetime you better,

No more games, I’ma change what you call rage
Tear this mothaf**kin roof off like 2 dogs caged
I was playin in the beginnin, the mood all changed
I been chewed up and spit out and booed off stage
But I kept rhymin and stepwritin the next cypher
Best believe somebody’s payin the pied piper
All the pain inside amplified by the fact
That I can’t get by with my 9 to 5
And I can’t provide the right type of life for my family
Cause man, these goddam food stamps don’t buy diapers
And it’s no movie, there’s no Makai Pfeiffer, this is my life
And these times are so hard and it’s getting even harder
Tryin to feed and water my seed, plus
Teeter-totter caught up between being a father and a prima donna
Baby mama drama’s screamin on and
Too much for me to wanna
Stay in one spot, another day of monotony
Has gotten me to the point, I’m like a snail
I’ve got to formulate a plot or end up in jail or shot
Success is my only mothaf**kin option, failure’s not
Mom, I love you, but this trailer’s got to go
I cannot grow old in Salem’s lot
So here I go is my shot.
Feet fail me not this may be the only opportunity that I got

You better lose yourself in the music, the moment
You want it, you better never let it go
You only get one shot, do not miss your chance to blow
This opportunity comes once in a lifetime yo

You better lose yourself in the music, the moment
You want it, you better never let it go
You only get one shot, do not miss your chance to blow
This opportunity comes once in a lifetime you better,

You can do anything you set your mind to, man

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Mafia e crisi finanziaria

Posted by janejacobs su novembre 13, 2008

La criminalita‘ organizzata sta beneficiando della crisi finanziaria in corso e della crisi delle banche per espandere la propria attivita‘ di usura alle piccole imprese in difficolta‘ utilizzando le proprie risorse finanziarie per comprare immobile ed imprese a prezzi irrisori.

Secondo la Confesercenti, circa 180,000 piccole imprese in Italia si sono rivolte ad usurai perche’ spinte dall’impossibilita’ di prendere a prestito dalle banche, che hanno ridotto i prestiti alle imprese, specie a quelle in difficoltà.

L’usura e’ il settore della Mafia e della criminalita’ organizzata che sta crescendo piu’ rapidamente. L’usura ha una “tradizione” al Sud, che trova spesso appoggi in politica e che finisce per fornire “lavoro” e “sicurezza”, ma ad un prezzo altissimo.

I gruppi organizzati mafiosi Italiani producono ricchezza per 130 miliardi di euro all’anno circa il 6% del PIL in Italia e l’usura rappresenta circa 15 miliardi di euro di ricavi per la Mafia, mentre la droga 60 miliardi di euro di ricavi.

Altre attivita’ in crescita per la Mafia sono il commercio, il turismo, l’industria delle scommesse, i ristoranti, la gestione dei rifiuti, il settore immobiliare ed ospedaliero.

Circa 150,000 negozianti pagano il pizzo alla Mafia come per “protezione”, per un importo totale di 6 miliardi di euro all’anno. La Camorra chiede ad un venditore ambulante di generi alimentari a Napoli circa 5 o 10 euro al giorno, la Mafia di Palermo chiede ad un’impresa di costruzioni circa diecimila euro al mese.

La mafia paga quasi due miliardi di euro di stipendi all’anno. I capi prendono circa 40,000 euro al mese, mentre i “picciotti” ne prendono solo 1,000.

La tabella qui sotto, redatta dalla Confesercenti, indica il fenomeno dell’usura oggi in Italia per regione. 

Regioni

Commercianti coinvolti

% sul totale attivi

Giro d’affari in ml.

Campania

30.000

30%

2,25

Lazio

26.000

   32,4%

2,3

Sicilia

24.000

28,1%

1,9

Puglia

16.000

17.6%

1,2

Lombardia

15.000

11,4%

1,3

Calabria

12.000

31,4%

0,75

Piemonte

 8000

11,2%

0,72

Emilia Romagna

7.000

8,6%

0,62

Toscana

7.000

10,6%

0,62

Abruzzo

5.500

25,2%

0,44

Liguria

4.500

12%

0,40

Basilicata

2.000

18,7%

0,15

Molise

1.700

28%

0,13

Altre

21.300

 

1,9

TOTALE

180.000

19,2%

15

  Per maggiori informazioni: http://www.confesercenti.it/

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Investimenti e declino

Posted by janejacobs su novembre 13, 2008

Spesso i costi delle fabbriche trapiantate, invece di essere reinvestiti nelle citta’ da cui provengono, vengono continuamente reinvestiti in altri trapianti industriali lontani. La continuazioni di tali investimenti dissanguano permanentemente i guadagni e riducno la produttivita’ delle citta’ che finiscono per perdere la capacita’ produrre beni che rimpiazzino le improtazioni. L’investimento per la produzione in fabbriche lontane funziona come una transazione del declino, ed in principio questo e’ uno dei motivi per cui l’economia dal lato dell’offerta, quella di Milton Friedman, e’ un fallimento.
 

 

Altre volte il capitale proveniente da una citta’ va a costruire una regione fornitrice di beni primari. Se l’investimento viene ripagato, esso viene ripetuto indefinitamente e anche questa e’ una transazione di declino e se l’investimento si allarga continuamente, diventano un salasso sempre maggiore per e economie cittadine.

 

Gli imperi sono particolarmente adatti a fornire questo tipo di transazioni del declinio. Gli investimenti finanziati dalle citta’ che si rivelano piu’ distruttivi nella produzione rurale sono quelli che finanziano macchinari per risparmiare sulla forza lavoro nelle regioni dove i lavoratori che perdono il lavoro a seguito dell’introduzione di tali macchinari non hanno accesso a lavori cittadini vicini o lontani.

 

Naturalmente questi investimenti sono spesso finanziati da sussidi pubblici; ma anche quando non lo sono, i guadagni delle citta’ sono deviati, e spesso ne segue che un crescente ammontare di guadagni devono essere deviati nelle regioni povere per aiutare la gente che sarebbe disoccupata se non vi fossero trapianti industriali. Gli investimenti nelle regioni arretrate e spopolate, non solo falliscono, ma rendono tali sussidi superflui; essi rendono altri sussidi obbligatori per un periodo di tempo indeterminato. Naturalmente le citta’, producendo macchinari che risparmiano manodopera hanno un contraccambio: la venita di macchinari. Piu’ un’economia cittadina ristagna, piu’ tali vendite sono necessarie e quindi vengono ricercate e promosse ad ogni mezzo.

 

 

 

 

 

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Italia sprecona

Posted by janejacobs su novembre 12, 2008

L’Italia e’ indietro rispetto agli altri Paesi dal punto di vista dell’efficienza energetica e della produzioe di ricchezza. Le due cose vanno di pari passo.

Esperti calcolano che la domanda di energie in Europa aumentera’ dell.1.2% fino al 2020. Tuttavia, se le imprese e le famiglie sapranno aumentare la produttivita’ dell’energia consumata, l’Europa potrebbe riuscire a mantenere i suoi consumi energetici in linea con quelli di oggi. Se i Paesi Europei sapranno sfruttare il potenziale offerto dalla produttivita’ energetica, l’Europa potra’ abbattere la domanda di energia di 8 milioni di barili al giorno arrivando a raddoppiare l’efficienza energetica che si realizza oggi. Questi risparmi sono possibili utilizzando le tecnologie oggi esistenti ed e’ possibile che l’Europa riuscira’ a ridurre i gas serra di 1 miliardo di tonnellate entro il 2020, piu’ delle emissioni annuali di Francia ed Inghilterra messe insieme.

L’Europa rappresenta il 17% del consumo mondiale di energia, meno del 22% degli Stati Uniti, mentre la Cina e’ al 14%. Tuttavia l’intensita’ di energia (l’energia utiizzata per generare ricchezza) varia considerevolmente in queste tre regioni. Le economie dell’Europa Settentrionale hanno una bassa intensita’ di energia (7,200 BTU, o unita’ di calore, per dollaro di PIL prodotto), mentre le economie dell’Europa Meridionale, Italia inclusa, sono meno efficienti e consumano in media 8,300 BTU per dollaro prodotto di PIL, in linea con gli Stati Uniti. La produzione di gas serra e’ anch’essa maggiore nell’Europa Meridionale rispetto all’Europa Settentrionale.

La domanda di energia crescera’ dello 0.9% nell’Europa Settentionale e dell’1.6% nell’Europa Meridionale e dell’1.7% nell’Europa centro orientale. Tuttavia l’Europa potrebbe interrompere la crescita della fame di energia attraverso uno sforzo congiunto per aumentare l’efficienza e la produttivita’ energetica, avvicinando gli standard dell’Europa Meridionale ed Orientale a quelli dell’Europa del Nord.

I modi migliori per risparmiare energia sono:

* utilizzare materiali che consentano risparmio energetico

* usare dispositivi elettrici che regolino il consumo di energia

* usare trasporti a basso consumo energetico

* educare i consumatori sull’impatto ambientale dei beni prodotti dalle imprese

La Commissione Europea stima che l’Europa sprechi almento il 20% dell’energia che consuma e ha predisposto politiche di efficienza energetica piu’ restrittive di quelle del Nord America. Peccato che il presente governo Italiano voglia perdere questa occasione di trasformare il risparmio energetico in ricchezza.

Fonte: MGI

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Investimenti a debito

Posted by janejacobs su novembre 11, 2008

I sussidi assistenziali sono salassi per i guadagni cittadini, sono transazioni economiche che convertono il dinamismo delle citta’ in declino. Ma talvolta anche gli investimenti possono avere gli stessi effetti, arrivando a promuovere la agricola a spese dell citta’.

 

Gli investimenti possono produrre declino economico quando provengono da una citta’ e sono diretti ad una regione produttrice di beni primari, o a una regione abbadonata dalla sua gente, che emigra alla ricerca di una vita dignitosa. Nei luoghi dove si trapiantano fabbriche da lontane citta’ si importano molte cose: i vetri delle finestre, i tubi dell’acqua, i cavi della corrente elettrica, i macchinari da costruzione, i torni, i telai, le cisterne e qualunque cosa possa richiedere la costruzione di un impianto. Queste importazioni non sono state guadagnate dalle esportaizoni dell’economia che ha ricevuto il trapianto, ma il trapianto industriale e’ stato finanziato dalla casa madre della fabbrica trapiantata, proveniente da una citta’ lontana o da banche lontane da cui la casa madre prende a prestito.

 

Le fabbriche trapiantate dovrebbero esser in grado di ripagare i loro costi, di pagare gli interessi sui prestiti concessi dalle banche e di guadagnare profitti per i loro proprietari. Se i costi sono giustificati dal punto di vista eocnomico e quindi sono ripagabili nel corso del tempo le imprese trapiantate stanno in piedi.

 

I soldi possono esser investiti in lavori provenienti dalle citta’, ad esempio, per rifornire un’impresa cittadina cosi’ che non diventi obsoleta o per comprare materiali importati per una nuova impresa che e’ stata lanciata con successo e si sta espandendo, o per sostenere lavori e produzioni innovative fino a che forniscano mercati locali o di esportazione.

 

Se i soldi sono reinvestti da dove proviene il capitale allora la transazione dell’impresa trapiantata non ha privato la citta’ dei suoi guadagni cittadini, ne’ ha deviato permententemente il loro equivalente in guadagni. Il salaso e’ solo temporaneo. Se l’interesse o i profitti derivanti dall’investimento sono messi a frutto nelle citta’ – sia che servano a comprare beni di consumo o per finanziare la produzione delle imprese- allora l’economia cittadina riceve ulteriore ricchezza dai suoi investimenti.

 

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Cos’e’ il G20?

Posted by janejacobs su novembre 10, 2008

Cos’e’ il G20?

Il G20 e’ un gruppo che promuove la cooperazione economica tra paesi ricchi e poveri.

Quali sono i Paesi del G20?

I G20 sono 19 Paesi: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Russia, Arabia, Sud Africa, Corea del Sud , Turchia, Regno Unito e USA. L’Unione Europea, pur non essento uno Stato e’ membro del G-20. Inoltre il capo del Fondo Monetario Internationale e della Banca Mondiale siedono a questo mega-tavolo.

Quando e’ nato il G20?

Nel 1999 a Berlino.

Perche’ e’ nato il G20?

Per far fronte alla crisi finanziaria Asiatica degli anni ’90.

Cosa fa il G20?

I ministri delle finanze del G-20 si incontrano una volta all’anno e producono documenti, studi, statistiche e rapporti su argomenti economici specifici che dovrebbero poi venire usati dai governatori nazionali.

Funzionera’?

No, come non hanno funzionato Impero Romano, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, URSS, ecc.

Perche’ non funzionera’?

Perche’ solo le citta’ sono la ricchezza delle nazioni.

Continua…

 

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Megalopoli

Posted by janejacobs su novembre 10, 2008

A Gennaio dello scorso anno nella Cina Meridionale si e’ verificata una nevicata improvvisa ed inusuale che ha bloccato duecento milioni di viaggiatori che tornavano nei villaggi di provenienza per un breve viaggio durante il capodanno cinese. Il mondo ha avuto un’ulteriore conferma dell’enorme scala dell’urbanizzazione cinese.

I governi dei paesi poveri alzano le spalle davanti  questo tipo di notizie che espongono la fragilita’ delle economie di recente urbanizzazione. La maggior parte dei viaggiatori Cinesi coinvolti nel piu’ grande blocco dei trasporti che la storia umana ricordi erano spesso immigrati provenienti dalle campagne che lavorano da poco in citta’ e tornavano a casa per le feste. Negli ultimi 30 anni la popolazione urbana e’ aumentata da 1.6 miliardi di abitanti a 3.3 miliardi di abitanti e nei prossimi 30 anni si dovrebbero aggiungere altri 2 miliardi. Alcuni governi hanno dei dubbi sulla loro capacita’ di gestire un’urbanizazione di proporzioni cosi’ gigantesche; alcuni di essi stanno cercando di ridurre il movimento di persone dalle campagne alle citta’ per ridurre il rischio di instabilita’ sociale.

La crisi alimentare degli ultimi 18 mesi ha aumentato i timori sull’approvigionamento di cibo per i poveri delle megalopoli del terzo mondo. Il seretario delle nazioni unite Ban Ki-moon ha avvertito all’ultimio Forum biennale di Nanchino che entro il 2030 piu’ di due miliardi di persone potrebbero vivere in situazioni di estrema poverta’ nelle favelas dell’America Latina e dell’Asia e che le magalopoli genereranno la maggior parte dei consumi energetici e della spazzatura.

Tali paure di eccessiva concentrazione sono riflesse nelle politiche di molti paesi. L’Arabia Saudita sta spendendo miliardi di dollari per costruire nuove citta’ che alleggeriscano la crescita di Jeddah e Riyadh. L’Egitto sta costruendo 20 nuove citta’ per deviare la crescita urbanistica dal Cairo. Simili tentativi sono stati fatti negli anni ’50 e ’60 in Gran Bretagna ed in Francia con la costruzione di nuove citta’ periferiche per controbilanciare la predominanza delle rispettive capitali.

Tuttavia, una recente pubblicazione della Banca Mondiale suggerisce che il pessimismo sull’urbanizzazione sia eccessivo. Secondo questo studio le citta’ del Terzo Mondo stanno crescendo cosi’ in fretta proprio perche’ esse sono in grado di generare enormi vantaggi economici per chi ci viene a vivere e tali vantaggi potrebbero aumentare. Rallentare l’urbanizzazione o ricollocarla in citta’ artificiali e’ una perdita di tempo e denaro. L’evidenza e la semplicita’ della fisica, dell’econoima, della geografia e della natura sono fattori molto piu’ potenti delle politiche dei governi nazionali nell’influenzare la decisione delle popolazioni su dove andare a vivere, come dimostra il premio Nobel all’economia di quest’anno Paul Krugman che si rifa’ (direttamente o indirettamente) alle teorie di Jan Jacobs.

La Banca Mondiale sottolinea che le megalopoli dei paesi poveri non possono essere “scaricate” come obrobri moterni solo perhce’ sono troppo grandi, troppo caotiche, troppo inquinate e troppo diseguali.

Citta’ del Messico, Mumai, San Paolo e Shanghai hanno piu’ di 15 milioni di abitanti ciascuna, metre Londra e Parigi ne hanno circa la meta’. La popolazione media delle 100 citta’ piu’ grandi del mondo oggi e’ di 6 milioni, mentre nel 1900 era di 700,000.

Ma se prese nel contesto della popolazione totale, la crescita delle megalopoli di oggi e’ molto simile alla crescita di Parigi e di Londra nel XIX secolo. Citta’ del Messico si sta sviluppando allo stesso modo in cui Parigi si era sviluppata nel XIX secolo e la storia di Parigi ci suggerisce che lo sviluppo demografico di Citta’ del Messico non sara’ eterno. La storia suggerisce anche che il divario tra ricchi e poveri diminuira’. Quando la gente si trasferisce in citta’, i salari urbani sono circa del 40-50% superiori di quelli agricoli, questo valeva nel XIX secolo e vale ancora oggi per i paesi in via di sviluppo. Nei paesi ricchi dell’Occidente la differenza fra salari agricoli e urbani e’ diminuita nell’ultimo secolo e tale convergenza sta iniziando anche nei paesi poveri.

Se a noi le megalopoli del terzo mondo appaiono gigantesche, nel contesto della loro popolazione o della loro proporzione di popolazione urbana a popolazione agricola non lo sono. Il lavoro delle megalopoli del terzo mondo e’ sempre piu’ importante. Ed e’ un lavoro di commercio, produzione di beni e servizi, rimpiazzo delle importazioni.

Fonte: Banca Mondiale

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