Le cittá sono la ricchezza delle nazioni

Un nuovo modo di vedere l’economia

Plastica biodegradabile e chemiurgia

Posted by janejacobs su settembre 9, 2008

Gli anni ’60 sono stati il decennio della plastica grazie alle innovazioni prodotte nel settore petrolchimico. A quei tempi il petrolio costava poco e le risorse petrolifere sembravano infinite. Oggi che il petrolio costa tanto e che inizia a scarsegiare, il settore piu’ promettente sembra la chamiurgia.

La chemiurgia e’ un termine inventato negli anni ’30 per riferirsi ad una branca della chimica che trasforma i prodotti agricoli in prodotti di consumo industriali. Poiché le piante sono principalmente costituite da cellulosa, amido, zuccheri, oli e proteine, possono facilmente servire come materie prime per prodotti chimici e industriali.

Durante il secolo scorso, la chemiurgia ha avuto un certo successo. La cellulosa e’ stata utilizzata per costruire le spazzole dei pennelli e le pellicole per i film. Lo scienziato americano Carver ha sviluppato centinaia di brevtti per trasformare arachidi, patate ed altri prodotti agricoli in colla, sapone, vernici, coloranti ed altri prodotti indstriali.

Negli anni ’30 Henry Ford aveva in mente addirittura di costruire un’automobile interamente con i derivati della soia. Ma con la seconda guerra mondiale, le tecnologie militari hanno avuto bisogno di un rapido sviluppo che solo l’industria petrolchimica in quel momento poteva dare, grazie anche al basso costo del petrolio.

Oggi la chemiurgia sta tornando di moda sotto forma di moderni esperimenti biotecnologici. I progressi nella bioingegneria, le preoccupazioni sulla mancanza di biodegradabilita’ di molte plastiche e l’elevato prezzo del petrolio hanno rinnovato l’interesse in questa branca della chimica.

Oggi si possono costruire materiali con le stesse proprieta’ della plastica utilizzando prodotti agricoli, organici e biodegradabili.

Purtroppo, questa branca della chimica non ha ancora attratto molta attenzione (leggi investitori) al pari delle medicine biotecnologiche, della modificazione genetica o dei biocarburanti. Il principale problema per lo sviluppo di questo settore e’ che i polimeri derivati dal petrolio fanno molto bene il loro lavoro. La plastica biologica si scioglie in fretta (si pensi ai sacchetti di plastica per la spazzatua) o non riesce a mantenere le bevande gassate frizzanti al punto giusto (si pensi alle bottiglie di acqua frizzante).

Un altro possibile problema e’ che le industrie che hanno molto potere oggi nel petrolchimico (cioe’ le grandi compagnie petroliere) e nella chimica tradizionale cerceranno di limitare le nuove tecnologie. Tra le industrie Europee all’avanguardia nel settore ci sono la Danese Danisco e la tedesca BASF.

Ma il pericolo piu‘ grande per quest’industria e’ il possibile calo del prezzo del petrolio. Se il prezzo del petrolio dovesse scendere e rimanere basso come nella maggior parte degli anni ’90, allora l’industria sarebbe in pericolo.

 

5 Risposte to “Plastica biodegradabile e chemiurgia”

  1. paolomot said

    Purtroppo per colpa del picco del petrolio i prezzi non ritorneranno così bassi, anzi tenderanno ad impennarsi….

  2. What’s the matter with you??? You have HOTLINKED to my blog with this plastic picture, which you STOLE from me, and now you are stealing my bandwidth!!! Please remove this photo from your blog immediately, or I’ll report you to WordPress as a thief!

  3. janejacobs said

    In reply to your post, I confirm that I will change the picutre on my post. It was not my intention to violate any copyright nor to steal any bandwith from anyonw. I wish you to learn to communicate in a friendly and cooperative way, without using threatens or menaces. Until then, I hope not to hear from you again.

  4. Plastica biodegradabile: dal mercato di nicchia a quello di massa, il passo è breve.

    Il progresso industriale ed economico del nostro pianeta deve avere obiettivi riscontri di sostenibilità e senza pregiudizio per l’ambiente. In questa direzione, senza affermare niente di nuovo, l’industria plastica nel suo complesso – quella petrolchimica, i costruttori di macchinari per la trasformazione e gli stessi utilizzatori – si è impegnata (anche e soprattutto, forse, economicamente) negli ultimi anni per studiare formule e processi di sempre minor ridotto impatto ambientale. Gli studi sul campo, l’eco-bilancio ecc. sono entrati a pieno titolo nelle logiche aziendali del settore
    La lavorazione della plastica, dal canto suo, genera emissioni in atmosfera inferiori del 70%, così come il rilascio di acque reflue è inferiore del 96%. Per quanto riguarda l’alternativa dei polimeri biodegradabili non c’è convinzione o predisposizione da parte dell’industria, senza considerare che la relativa produzione e impiego ha degli svantaggi che superano i benefici; l’allusione riguarda soprattutto la contaminazione delle altre materie plastiche presenti nei flussi postconsumo da inviare al riciclaggio e, conseguentemente, i problemi che ricadrebbero sul relativo comparto industriale.
    Grazie alle leggi e ai regolamenti sull’ambiente, oltre che alle richieste dei consumatori di prodotti ecocompatibili, incominciano a diffondersi sul mercato i polimeri biodegradabili. Gli attuali polimeri biodegradabili sono progettati o per degradare biologicamente o per fotodegradare o per degradare chimicamente, a seconda del tipo di ambiente che incontrano dopo l’uso. Idealmente, i percorsi di degradazione dovrebbero sfociare nella bio-conversione del polimero in biossido di carbonio (aerobica) o di biossido di carbonio / metano (anaerobica) e in biomassa. Tuttavia, la totale biodegradabilità può verificarsi solo quando questi materiali sono smaltiti correttamente in un sito di compostaggio (lavorando a temperature di 60-70°C). Le bioplastiche,inoltre, alimentano l’attuale crisi alimentare perché la loro coltivazione sottrae terreni prima destinati alle colture per il consumo umano e pertanto contribuiscono alla crisi globale dei prezzi alimentari.
    La ECM BioFilms Inc è stata fondata nel 1998 per sviluppare e mettere su mercato una nuova tecnologia, che consente ai produttori di manufatti in plastica di offrire prodotti biodegradabili a prezzi davvero competitivi pur avendo le stesse proprietà meccaniche delle plastiche non-degradabili. Questa tecnologia si basa su un additivo che, combinato ad una percentuale minima dell’1% alle resine plastiche tradizionali, rende il prodotto finale completamente biodegradabile pur mantenendo le proprie caratteristiche.
    La tecnologia riguarda un additivo che, combinato in piccole quantità con una qualsiasi resina plastica, rende i prodotti biodegradabili pur mantenendo intatte le proprie caratteristiche meccaniche. Questo additivo è venduto come ECM MasterBatch Pellet, distribuito in esclusiva da ITALCOM.
    La Società ha sviluppato questa tecnologia in modo che la maggior parte dei produttori di manufatti in plastica possono utilizzare tranquillamente l’additivo senza dover modificare i loro attuali metodi di produzione. I prodotti plastici ottenuti presentano le stesse proprietà meccaniche e durata , ma hanno il vantaggio che quando vengono buttati, grazie ai microrganismi, sono in grado di essere metabolizzati in biomassa. Il processo di biodegradazione può avvenire sia in fase aerobica che anaerobica ( per esempio discarica o interramento). La tecnologia della Società si differenzia notevolmente dalle altre tecnologie emergenti nel mercato che rendono le ” plastiche degradabili”, in quanto non tenta di sostituire la formula chimica delle popolari resine plastiche. Il processo della ECM utilizza più composti bio-attivi brevettati, che vengono combinati nel MasterBatch Pellet, che può essere facilmente aggiunto alle resine plastiche utilizzando le tecnologie esistenti. Il processo di biodegradazione inizia con un agente brevettato che, se combinato con calore e umidità, espande la struttura molecolare delle plastiche. In seguito l’agente crea uno spazio all’interno della struttura molecolare della plastica e la combinazione del MasterBatch con i composti bio-attivi attivano una colonia di microrganismi che metabolizzano e neutralizzano la plastica. I più rinomati laboratori di prova sono stati impegnati dalla ECM per stabilire autonomamente la biodegradabilità di film di plastica della ECM Biofilms inc.

  5. segnalo il sito http://www.italcombiodegradabile.com

Lascia un commento