Quando un edificio sviluppa delle crepe, gli architetti che lo hanno progettato vanno a rivedere il progetto originale e cercano di capire che cosa non abbia funzionato. Allo stesso modo, quando un’economia non cresce come dovrebbe, gli economisti vanno a rivedere le loro teorie e cercano di capire cosa sia andato storto. Gli economisti hanno rivisitato mille e piu’ volte le loro teorie e hanno cercato di modificare le dosi, le combinazioni e le permutazioni dei loro interventi, cercando di sperimentarli con con sempre maggiore acume e sapienza. Tuttavia, davanti agli innumerevoli fallimenti, dobbiamo iniziare a pensare che gli economisti abbiano trascurato un assunto semplice, ma fondamentale.
Secondo la teoria macro-economica le economie nazionali sono entita’ utili e necessarie in se’ stesse per capire il funzionamento della vita economica: le economie nazionali e non altre entita’ sono l’unita’ di base per l’analisi economica. Questo assunto e’ vecchio circa quattro secoli e ci e’ stato trasmesso dagli economisti mercantilisti che servivano le potenze Europee perennemente in guerra fra loro per affermare il loro primato attraverso il commercio e l’accumulazione di oro. In quel periodo i Portoghesi, gli Spagnoli, i Francesi, gli Inglesi e gli Olandesi esploravano e conquistavano il Nuovo Mondo, l’Africa e le Indie in cerca di nuove rotte commerciali e di nuove materie preziose. I mercantilisti credevano che le rivalita’ nazionali erano la chiave per comprendere l’origine, lo sviluppo e la distruzine della ricchezza. Secondo le teorie mercantiliste, la ricchezza consisteva nell’oro e l’oro si accumulava quando una nazione riusciva a vendere piu’ merci di quante ne comprasse (da qui la definizione “mercantilista”). Se questa e’ la definizione di ricchezza, ne consegue che le economie nazionali diventano le unita’ di misura della ricchezza; quest’idea e’ tautologica in quanto ripete un’altra idea, quella di tesoro nazionale.
Il pensiero di Cantillon era un tentativo di superare questa tautologia: ricchezza = oro, ma possiamo vedere il nesso al pensiero mercantilista nel passaggio che ho quotato precedentemente: “Se l’aumento di denaro cresce dalle miniere d’oro e d’argento…”Adam Smith, nella sua opera piu’ importante Inchiesta sula Natura e sulle Cause della Ricchezza delle Nazioni (1776) ridefini’ la ricchezza come produzione (offerta) ai fini di consumo (domanda) e cerco’ le sue fonti non nelle miniere d’oro e d’argento ma nel capitale e nel lavoro, nel commercio domestico e nel commercio internazionale. Smith mise in discussione e scarto’ molte delle idee che allora erano accettate, e analizzava nel dettaglio ogni idea che prendeva in considerazione, sia che la scartasse, sia che la approvasse, sia che la approfondisse.
Ma Smith accetto’ senza commentare la tautologia mercantilista che le nazioni sono le unita’ di misura di base per comprendere la vita economica. Da quanto si desume dai suoi scritti, Smith non mise mai in dubbio il ruolo delle nazioni al punto che da li parti’ nel titolo della sua opera principale.
Nei due secoli successivi alla pubblicazione del suo capolavoro, molto di quello che Smith scrisse venne criticato, messo in discussione, amplificato e modificato. Quasi tutto, tranne un’idea; quell’unica tautologia mercantilista su cui Smith non dubito’, quella tautologia secondo cui le nazioni sono l’unita’ di misura fondamentale dell’economia. Da allora, la stessa nozione mercantilista e’ stata data per scontata. Che strano! di certo nessun altro gruppo di studiosi e scienziati nel mondo moderno e’ rimasto credulone come gli economisti.A dire il vero, Marx baso’ la sua analisi economica sulle classi sociali anziche’ sulle nazioni. Ma in pratica, l’economia marxista e’ stata assimilata all’assunto prevalente. Nessuno mette piu’ fede nella nazione come entita’ idonea come punto di partenza per l’osservazione dell’economia dei governanti delle nazioni comuniste e marxiste, ne’ maggior fede nello Stato come strumento principale per formare la vita economica. Naturalmente gli anarchici negano la validita’ dello Stato; ma questo non aiuta la nostra analisi, perche’ gli anarchici indicano come la vita economica dovrebbe funzionare e rifiutano il modo in cui l’economia funziona in realta’.
Le nazioni sono entita’ politiche e militari. Ma da questo non ne segue automaticamente che sono anche la base, l’unita’ di misura fondamentale per capire la vita economica o che sono particolarmente utili per dimostrare i misteri delle strutture economiche e le cause della nascita, crescita e declino della ricchezza. In realta’, il fallimento dei governi nazionali di forzare la vita economica dimostra l’irrilevanza dell’entità -nazione- per spiegare la vita economica. Basta un po’ di buon senso per capire che unita’ variegate come Singapore, gli Stati Uniti, l’Ecuador, l’Unione Sovietica (*), l’Olanda e il Canada non sono minimi denominatori comuni comparabili. La sola cosa che queste entita’ hanno in comune e’ il potere sovrano. Quando alziamo le tapparelle della tautologia mercantilista e proviamo a guardare al vero mondo economico indipendentemente dagli artefati politici, ci troviamo ad osservare che le nazioni sono composte da collezioni di economie molto diverse fra loro fatte di regioni ricche e povere all’interno delle stesse nazioni. Continua…